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DREAM THEATER

Dream Theater

Roadrunner

 

E finalmente anche i Dream Theater ricorrono al mezzuccio di dare il proprio nome a un album. Di solito nelle interviste di rito ciò viene spiegato come il voler significare un passaggio di stato, un nuovo punto di partenza, un punto d’arrivo ecc. La realtà, forse, è che a parte le trovate commerciali questi DT non ce la fanno più a stare al passo con la propria fama, le querelle mediatiche con Portnoy non bastano, e ci si accontenta di arrangiare prodotti in scatola per alimentare un mito che ogni giorno si appanna un po’ di più. Il disco? Ah, il disco è il solito disco degli ultimi DT, con una suite finale che riassume il concetto: mille idee ma confuse.

Alti e bassi, noia e déjà vu.

Marco Caponera

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