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Deströyer 666 – Bolzer

Londra | Nambucca |  5 Aprile

District 19, i promoter olandesi dell’Eindhoven Metal Meeting, hanno fatto le cose in grande mettendo in piedi questo tour esclusivo: si tratta dei leggendari Deströyer 666 za supporto del loro ultimo album, Wildfire uscito lo scorso febbraio. Dalla Svizzera i Bolzer di Okoi Thierry Jones aka Kzr fanno un ottimo lavoro di apripista dopo la parentesi degli svedesi Trepaneringsritualen. La quasi totale mancanza di luci trasforma l’atmosfera del Nambucca al limite del malsano. I ritmi incessanti scagliati senza tregua e le sferzate imbizzarrite di chitarra sono gli elementi portanti del sound di base dei Bolzer, tradizionalmente brutale e oscuro. Zeus, Seducer Of Hearts è una successione di riff ruvidi e violenti, il growling da vero orco del frontman spicca per intensità e potenza. The Great Unifier grezza e forsennata fornisce un maggior respiro e una dinamica ancora più marcata alla set list: tanto di cappello a questo duo unico che riesce a scatenare un vero entusiasmo collettivo ovunque suoni. I preparativi per accogliere i tanto attesi headliner cominciano con il posizionamento della gigantesca batteria di Per Karlsson. Con l’arrivo del frontman K.K. Warslut il pubblico perde il controllo: sono in molti a finire tra gli amplificatori, creando una sensazione di pericolo imminente che si addice alla perfezione alle dinamiche spezzacollo della traccia di apertura da urlo, Wildfire. I vocalizzi del frontman si incastrano perfettamente nelle sezioni ritmiche devastanti di Live And Burn e The Calling dove velocità e spessore non hanno limiti. La band appare più in forma che mai: con Lone Wolf Winter in chiusura ricca di pesantezza thrash fino al midollo, la voglia di vederli anche l’indomani aumenta. Un concerto unico ed esclusivo, anche se le dimensioni ridotte della venue hanno giocato a sfavore: con un palco più grande e un pubblico più numeroso l’atmosfera sarebbe stata ancora più elettrizzante. Da non perdere in Italia al Circolo Colony di Brescia il 15 Aprile.

Fabiola Santini (testo e foto)

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