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DAVE GAHAN

Il soffio dell’angelo decaduto: fatti e antefatti

Difficile scindere dal ritratto artistico di David “Dave” Gahan l’elemento primo del suo successo, ovvero i Depeche Mode. Se non avesse conosciuto le formidabili fortune della formazione madre probabilmente la storia del musicista inglese avrebbe assunto proporzioni più a misura di outsider post-moderno che di sfolgorante stella del pop internazionale, un’eventualità non lontana dal vero se si guarda al tenore non del tutto mainstream delle sue imprese individuali. Si è deciso di vergare queste righe di approfondimento in quanto icona incontrastata del bel canto maschile, riflesso immaginifico di un’anima segnata dalle cicatrici di una vita vissuta intensamente. Una voce il cui timbro rispecchia un principio di Sehnsucht appassionata e viscerale, di struggimento interiore e di sublimazione lirica assoluta. Perché lui le melodie le plasma come uno scultore che crea figure ‘canoviane’ conferendole di una bellezza onirica tormentata, immacolata ed erotica allo stesso tempo, in una complessione armonica di luci, ombre e penombre destinate a tradursi in un trionfo di caratteri evocativi impressionanti, quella sorta di calore sensuale che ne irradia le inflessioni incomparabili. La sua equazione estetica contiene simmetrie bifronti che coniugano inquietudine e spirito romantico, tensione spirituale e signorilità di forma, afflato grandioso e crepuscolare mestizia. Come molti virgulti della sua generazione Dave Gahan deve all’impulso del movimento punk la voglia di mettersi in gioco nel mondo della musica, senza per questo replicare il prototipo del kid aggressivo e sguaiato stile spilla da balia. L’irrequietezza era peraltro un aspetto consustanziale al suo bagaglio antropologico di temperamento ribelle predisposto alla trasgressione. In età adolescenziale dovette rispondere alla legge per essersi macchiato di illeciti come il furto d’auto e atti di vandalismo assortiti, un profilo comportamentale che la scienza psicologica corrente spiegherebbe come una sorta di reazione ai morsi della noia e del disagio giovanile/famigliare (aria fritta), ma che più verosimilmente erano il frutto di un’incoscienza fisiologica dovuta all’età. Peccati di gioventù e di uno spirito indocile alla trepida ricerca della propria vocazione/identità. La trovò nel 1980 nelle file di una band denominata Composition Of Sound e formata da Martin Gore (tastiere), Andy Fletcher (basso) e Vince Clarke (voce, chitarra), un tipico nucleo triangolare presto convertitosi al culto dei sintetizzatori accantonando la strumentazione tradizionale dei primordi. Fu su invito di Clarke che Dave confluì come vocalist nel gruppo dando vita ai Depeche Mode, appellativo suggerito dallo stesso Gahan sottraendolo ad una rivista di moda francese. Stop! … su Rockerilla 423 Novembre ’15 la monografia di Aldo Chimenti

DG

ph Steve Gullick

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