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DANIEL BLUMBERG / YHWH NAILGUN – C2C FESTIVAL 2025

30 Ottobre 2025, OGR – Torino

Una serata tiepida ci assiste mentre ci troviamo lungo l’imponente serpentone all’ingresso delle OGR, in attesa della serata inaugurale C2C FESTIVAL targata 2025. Questa edizione è dedicata alla memoria di Sergio Ricciardone, cofondatore e direttore artistico, la cui visione insieme ad altri, ha, tempo per tempo, plasmato il festival lungo la sua spettacolare evoluzione. Sono le 21,30 quando riesco finalmente ad entrare, giusto in tempo per catturare la rara ed elusiva performance del polistrumentista e cantante inglese Daniel Blumberg. Sul palco un essenziale contrasto tra luci e ombre. Poco altro. Il fragile disturbo della sua voce orchestrata su tre microfoni e scortata da un violino e un contrabbasso, capaci di modellare sonorità inquiete, disturbanti ed essenziali, che sembrano strisciare fuori dagli inferi. Il flusso musicale si nutre di particelle nebulose, sature di motivi dissonanti, pattern poliritmici ed implosioni di rumore. I suoni sfuggono a ogni possibile classificazione.

Non c’è interazione e mister Blumberg avvolto nel suo universo controcorrente, scivola via dopo una trentina di minuti, scortato da un vortice di emozioni in perenne affanno, in un percorso ad ostacoli tra angoscia, dolore e rinascita, suggellato da scarne e cupe trasfigurazioni armoniche. L’aria satura di ansia e paranoia comincia a riscaldarsi con l’arrivo on stage della band di Brooklyn, YHWH Nailgun, eroicamente capitanata dal cantante Zack Borzone, una presenza la sua, destinata a lasciare il segno. A fargli compagnia il virtuoso batterista Sam Pickard, l’immobile chitarrista Saguiv Rosenstock e l’abusatore di synth elettronici Jack Tobias, ognuno con un ruolo cruciale e risolutivo. Appaiono da subito ben disposti verso il pubblico, che risponde con grande slancio ed entusiasmo. Borzone rimane in silenzio a fissare la folla ma i suoi occhi radar sorvolano sugli astanti rubando l’attenzione complessiva mentre un silenzio irreale accresce la spasmodica attesa dell’inizio delle ostilità. I quattro sfoggiano lo strepitoso repertorio contenuto nel loro micidiale album di debutto 45 Pounds, infiammando ripetutamente la sala.

L’esperienza sonora, densa d’oscurità punk funk mutevoli, alterna spazi trattenuti a istanti di delirio incandescente. Lentamente ma inesorabilmente siamo trascinati in un gorgo urticante ed insieme avvolgente. Tra colpi sincopati di batteria, stridenti angolazioni chitarristiche e parabole sinistre di synth, i movimenti drammatici e imprevedibili del vocalist, quasi quasi un folle contorsionista in preda a spasmi devastanti, accompagnano l’ondeggiare dei corpi nelle prima file. Sotto l’incessante spinta dei tamburi, Borzone urla in un abisso discordante durante l’esplosiva Castrato Raw. Le melodie impossibili dei quattro svaniscono nel caos nutrito da un batterico collage strumentale, da una tossica miscela di indimenticate memorie Talking Heads, 23 Skidoo, A Certain Ratio e Birthday Party. Un bruciante ansimare di rumori scuote i sensi, accendendo una connessione viscerale tra cervello e corpo. Le detonazioni si susseguono: Penetrator, Changer, Tear Pusher, sono pure scariche di panico che escono libere dagli altoparlanti con forza soffocante, frenetica ed ansimante. I brani arrivano, trasformati in qualcosa di squassante e distruttivo. La struttura delle canzoni nella dimensione live è frantumata dai musicisti e ricostruita con forme irregolari e mutevoli. È come se la musica prendesse elementi ordinari e li conducesse in territori inesplorati, saturi di energia aliena, disorientante e travolgente. L’effetto finale è un suono che sembra allo stesso tempo familiare e completamente nuovo, in grado di estendere a dismisura i confini dell’agire. Con tanto rischio e molta ambizione. A perfect start for C2C FESTIVAL 2025!
Giancarlo Costamagna

Foto di Loris Brunello

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