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DAEVID ALLEN

Appunti di Gnomofonia siderale

Prologo

L’argomento è di assai lunga data. Si discuteva sin da ragazzi sulla possibilità di definire il progresso dell’arte attraverso tappe e artisti fondamentali, attorno ai quali, poi, si sviluppa una teoria complessa di figure sì importanti magari, ma non quanto i “fondatori” del nuovo umanesimo, i pochi chiamati, coloro che fanno progredire l’Umanità di un tangibile salto. Ciò che, per intenderci meglio, Stanley Kubrick rappresentò con il monolite nel suo capolavoro del 1968, 2001: odissea nello spazio.

Pensiamo alla musica pre-barocca, governata dall’improvvisazione su canoni dettati dalla tradizione. Il genio incommensurabile di Johann Sebastian Bach codifica il nuovo verbo definendo il linguaggio della musica moderna, temperando la scala melodica e definendone i 24 modi maggiori e minori. Sa cristallizzare e definire il proprio tempo e segnare uno spartiacque. Per i secoli a venire geni come Schubert o Beethoven, Stravinsky o Wagner hanno sviluppato il seme di Bach portandolo all’estremo linguistico con il serialismo di Schoenberg e Webern fino al silenzio, negante totale, di John Cage. Tutti giravano attorno al linguaggio di Bach: approfondendolo, declinandolo in nuove forme, negandolo e – pertanto – riaffermandone l’essenziale importanza. Poi un altro monolite è “atterrato”: mentre in accademia ci si preoccupava di estremizzare il linguaggio musicale, con la dodecafonia (la regola, in sintesi, di non ripetere una certa nota finché non erano state suonate le altre 11) e il serialismo e poi il puntillismo, che estendevano suddetta regola a dinamica, durata, timbro ecc., un eccentrico musicista visionario, con l’aspetto di uno scienziato pazzo, agli albori dello scorso secolo si preoccupava piuttosto di organizzare suoni. Edgar Varèse ha cambiato per sempre il linguaggio della musica, superando, senza negarla, l’opera di Bach.

“Non do alcuna importanza alla vita. Non fisso la minima farfalla di vita sull’importanza…” André Breton, Le attitudini spettrali

Su Rockerilla 412 la monografia di Massimo Marchini.

DAllen

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