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Criminal Jokers

Bestie

42 Records

In tre, nati all’ombra della torre pendente, con il sacro fuoco del cowpunk che brucia dentro e l’aria da giancattivi di fuori. Non faremo il nome, chè giudicare qualcuno dalle compagnie non sta mai bene, ma è piuttosto facile indovinare a quale altro gruppo italiano assomigliano i Criminal Jokers. Forse gli stessi fratelli maggiori che hanno suggerito all’orecchio di passare dall’inglese di This was supposed to be the future alla favella di Dante, che con l’italiano si fa prima. I testi masticano amaro e, per il contraccolpo, il passo rallenta rispetto al galoppanti esibizioni dal vivo: la dimensione ideale del trio ora sembra il mid-tempo tenebroso. Molto è ancora da esplorare, ma nel secondo atto già c’è qualche frutto maturo da raccogliere.

Simone Dotto 

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