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BLONDE REDHEAD + ANY OTHER PER FERRARA SOTTO LE STELLE

Blonde Redhead + Any Other
03 Giugno 2024
Cortile del Castello – Ferrara sotto le Stelle

Ci sono serate in cui le cose ti girano male. E non puoi farci niente, soprattutto se la colpa non è tua.
I Blonde Redhead si sarebbero aspettati un ritorno in Italia di sicuro meno tormentato. E così il pubblico, fedele da ormai trent’anni (lo si notava dall’età, più o meno omogenea, dei presenti), che ha affollato lo splendido cortile del castello estense. Invece, si è messo di traverso il “destino”, che ha preso il nome di Michael, probabilmente il fonico della band, più volte chiamato in causa da Amedeo (e, ironicamente, dal pubblico) e divenuto il “tormentone” della serata, capro espiatorio di pesanti problemi tecnici che hanno condizionato il concerto, soprattutto nella parte iniziale.
Già in apertura, durante l’esecuzione di Falling Man, si capisce che qualcosa non va, ma è quando Kazu prova ad intonare il primo verso di Dr. Strangeluv, facendo un balzo all’indietro, probabilmente per un fischio o un ritorno troppo alto negli auricolari, che le cose si complicano. La band si ferma qualche secondo, prima di riprendere il brano e portarlo a conclusione. E’, poi, la volta di Doll Is Mine e tocca di nuovo ad Amedeo cantare. Stavolta, però, non lo sente nessuno. O meglio, sente solo lui la sua voce, dalla cassa spia. Ci vuole un minuto abbondante, accompagnato dai mugugni della platea, per ripristinare la situazione. Sono cose che succedono, ma così, tutte insieme, a certi livelli è davvero raro vederle.
Nonostante il disagio dovuto ai problemi tecnici, alle interruzioni e alle evidenti difficoltà di Kazu, alle prese con una voce sofferente nel registro acuto, la band non si scoraggia e riprende splendidamente il filo, dando vita a una performance intensa, che raggiunge il suo apice nelle atmosfere sognanti di Sit Down for Dinner, negli echi new wave di Spring and by Summer Fall e nell’intimismo di Rest of Her Life e di Kiss Her Kiss Her, ultimo brano del bis in una scaletta interamente basata su tre album della band: Misery is a Butterfly, 23 (unici superstiti del periodo 4AD) e l’ultimo Sit Down for Dinner. Nulla resta a memoria degli anni con la Touch and Go, segnale chiaro che la band non ha alcuna intenzione, dopo trent’anni, di abbandonarsi ai ricordi del tempo che fu. Il finale del concerto è l’emblema di una serata storta. Kiss Her Kiss Her si sta avviando alla conclusione. Kazu e Amedeo si guardano e una smorfia, accennata ma evidente, sul volto della cantante giapponese, non riesce a mascherare l’amarezza rassegnata di chi ci ha provato fino all’ultimo ma, alla fine, all’ennesimo intoppo, è costretto a cedere. Non era proprio serata. Gli applausi, tanti, che li accompagnano all’uscita, valgono il doppio.
Live Report di Daniele Follero
Foto di Rudy Filippini

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