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BLASTFEST’16

Bergen | Hordaland (N) | Garage-USF Verftet | 17-20 febbraio

Alla sua terza edizione, l’ormai noto festival di metal estremo Blastfest ha presentato una line-up interamente dedicato a gruppi norvegesi attirando ancora una volta da tutto il mondo, fans desiderosi di assistere ad un evento irripetibile sotto tutti i punti di vista. È proprio qui a Bergen, la perla nera della Norvegia, che è nato il secondo filone del black metal, il genere di musica estrema più temuto del globo. Dagli esordi nel 1990 con i Mayhem (purtroppo grandi assenti) e la vicenda del suicidio del frontman Per Yngve Ohlin (aka Dead), e Burzum tra i protagonisti, l’uccisione di Euronymous da parte di quest’ultimo, e l’incendio della della chiesa di Fantoft, tutt’ora uno degli edifici più visitati della città, il black metal ha fatto la sua storia.

Blastfest propone il metal estremo norvegese in chiave moderna, con un’organizzazione perfetta: i quattro giorni dell’evento partono dal Garage, la tana di Bergen, con una carrellata di gruppi che da soli attirano già un pubblico numeroso, dagli Endezzma ai Mistur ai Chrome Division di Shagrath (leggi Dimmu Borgir). Gli headliner dei giorni che seguono non hanno bisogno di presentazioni: dai famigerati Gorgoroth, ai 1349 sino agli Ihshan e in chiusura non poteva mancare Abbath, risorto dalla separazione dai leggendari Immortal con una band tutta sua, insieme all’eterno compagno di avventura King ov Hell (leggi God Seed e ex Gorgoroth).                                                                     

Day 1 – The Garage

Dopo l’apertura poco convincente degli Hadens che a parte la bombastica Nordern Landscape e l’apparenza da santoni degli inferi hanno un sound particolarmente piatto, ci pensano gli Endezzma di Morten Shax a far decollare questa prima giornata con la dovuta velocità e adrenalina. Con la sequenza vincente di Gates Of Mephisto Alone e abbondanza di blast-beats e riff micidiali, gli Endezzma si confermano una delle migliori performance dell’evento, il loro groove è semplicemente irresistibile. I Blodhemn non reggono il paragone con i predecessori ma con l’arrivo sul palco dei Voluspaa con il loro black intriso di reminiscenze folk, l’atmosfera si arricchisce di prestigio, grazie soprattutto ai vocalizzi taglienti del frontman Freddy Skogstad. Il Garage si incupisce considerevolmente con il set dei Svarttjern che con il loro black tradizionalmente maligno alimentato a temperature elevate e ritmi infernali, regalano ai fans ormai surriscaldati il primo vero set di black marcio e putrido fino al midollo. Il batterista Grimdun si dimostra davvero all’altezza dei ritmi bellicosi, senza il minimo calo di tensione dall’inizio alla fine. Con i Mistur si passa in territori decisamente più sofisticati, al black di base la band, originaria di Sogndal, aggiunge elementi vicking e prog con un risultato molto soddisfacente. Il loro secondo full-length In Memoriam è in arrivo il 26 aprile e il set di questa sera rende l’idea sulle loro potenzialità decisamente in crescita. La giornata si chiude in bellezza con i ritmi più rock n’ roll dei Chrome Division, side project di Shragrath dei Dimmu Borgir che con l’attitudine da easy rider sfodera assoli e riff a catena, intervallati da un groove accattivante che dura per tutto il set. L’arrivo in scena del frontman Shady Blue con le prime note di Breathe Easy scatena l’entusiasmo collettivo fino al termine del concerto ch eci riserva una versione particolarmente accesa di Serial Killer. 

Day 2 – USF Verftet

Dalla tana di Bergen, il festival si sposta alla venue principale, lo USF Verftet che si trova ai bordi del fiordo, con una vista mozzafiato. Il locale è diviso in tre palchi, quello principale e i due più piccoli, lo Studio e il Sardinen. L’inizio a rilento dei Reptilian consente di immergersi nell’atmosfera di giornata pregustando la birra locale, la nota Nøgne Ø che nonostante il costo esorbitante, vale davvero la pena di assaggiare. Con i Kampfar e il frontman per eccellenza Dolk che prendono il possesso del palco principale, si parte in grande stile, con il loro black ricco di tessiture accattivanti e il loro groove fantasioso. I Viper Solfa partono subito alla carica ma senza troppe pretese, mentre i Dødheimsgard attirano l’attenzione di tutto il pubblico che si riversa sulle prime file davanti al palco principale per non perdere un solo istante del loro set esclusivo. Le luci e l’atmosfera si incupiscono per l’arrivo degli attesissimi Taake che nonostante la consueta versione divina del loro cavallo di battaglia Nordbundet questa sera non danno il massimo. La sequenza letale dei Virus e dei Throne Of Katarsis è senza dubbio la migliore della giornata, entrambi i gruppi propongono cnncerti tirati e pesanti che ci preparano ai primi headliner del palco principale, i famigerati Gorgoroth, con tanto di altare per il sacrificio finale. Sono loro a chiudere la giornata con un set davvero speciale, il sound è brutale e gli attacchi di chitarra di Infernus sono vere e proprie coltellate 

Day 3 – USF Verftet

La terza giornata parte nel migliore dei modi, con il black experimental dei Sulphur (il loro ultimo album Omens Of Doom, album del mese nel numero di Marzo è uscito il primo febbraio). Grande prova da parte del frontman Thomas Skinlo Høyven, i cui vocalizzi si sposano alla perfezione con il tappeto sonoro denso e cadenzato. Dal palco principale partono i Solefald con il loro stile Mr. Bunglesque che li rende perfetti come apripista. Di ritorno dagli infieri del Sardinen, il rock degli Slegest risveglia tutti dal torpore della nottata. Con i Krakow, l’atmosfera diventa sublime: grazie ai due batteristi i ritmi si fanno penetranti ed eterei e trasportano in una altra dimensione.

Il set che ci ragalano gli Arcturus di I.C.S. Vortex offre ancora una volta una produzione ricca e intensa che culmina nulla splendida The Chaos Path. I 3rd Attempt chiudono la parentesi dedicata alla Dark Essence Records con un set ricco di cavalcate assassine, grazie alla strepitosa performance del frontman Ødemark che con la sua innata irruenza coinvoge magistralmente il pubblico.La versione di Born In Thorn title-track del loro album di debutto è particolarmente infuocata e i riff di BloodPervertor sono incalzanti e colpiscono come lame rotanti. L’apice del loro set è la chiusura con un ospite d’onore di grande prestigio: Yngve Norvin Christiansen aka Bolt, frontman dei Blood Red Throne nonchè organizzatore dell’evento, che li raggiunge sul palco per una versione esplosiva di Nekrogrammaton.

Nonostante spetti a Ihsahn il ruolo di headliner delle terza giornata, la miglior performance è decisamente quella dei 1349 che sfoderano un capolavoro dopo l’altro.

Day 4 – USF Verftet

Il black ricco di groove dei Khold dà l’avvio alla giornata di chiusura dal palco principale mentre tra le mura del Sardinen parte il set dei Vredehammer. Le frequenze aumentano con gli Einherjer che si dimostrano davvero bravi: nonostante il loro set non abbia molto impatto a livello di luci e effetti speciali, la band supera la prova a pieni voti. Davvero meritevole la performance dei super trashers Blood Tsunami. L’irruenza del frontman Pete Evil è contagiosa e le scariche dinamitarde del loro sound culminano nella velocissima Metal Fang. Di ritorno dal palco principale, i ritmi più industrial e i cambi di tempo dei Red Harvest arricchiscono un set molto prestigioso. Il testimone passa quindi ai Green Carnation che in occasione del quindicesimo anniversario dello splendido Light Of Day, Day Of Darkness ripropongono la title track e unica traccia dell’album in versione live, un’ora di puro oblio. Gli Ancient portano allo Studio un metal à la Cradle Of Filth con un tocco di blast-beats in piu, grazie alla velocità fulminea del batterista Nicholas Barker. Deludente invece la performance degli Abbath che dopo l’inizio ecclatante e I tradizionali volteggi del bassista King of Hell, si spegne, nonostante la versione accettabile di One By One.

Testo e foto Fabiola Santini

 

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