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BEN ZABO

Ben Zabo                          

Glitterhouse

Ecco il personaggio capace di scombinare in quattro e quattr’otto le carte della musica maliana. O quanto meno l’idea che più comunemente si è ricavata da quella straordinaria e fertilissima scena sviluppatasi sui modelli illustri di Ali Farka Touré, Toumani Diabate, Tinariwen e Rokia Traoré.

Tanto assorta, introspettiva e ricercata si presenta generalmente la musica di costoro quanto brillante, dinamica ed estroversa appare quella che fa capo al poco più che trentenne chitarrista e cantante di Bamako, una sorta di epigono di Fela Kuti e del più esuberante afrobeat cresciuto in seno alla cultura Bwa, etnia che vive nelle regioni di confine tra Mali e Burkina Faso.

Fatta giusto eccezione per quella sorta di protoblues che si ascolta in Dimiyan, è così musica per far festa, la sua, vere e proprie orge di ritmi dai quali melodie e cori sembrano alzarsi come l’onda di uno tsunami e poter trascinare chiunque nella danza.

Questo a voler sottolineare innanzi tutto la forza d’impatto di un suono che fa perno  sull’agilità della chitarra funk del leader e sulla potenza di un sax a dir poco prorompente.

Meno diretta, ma certo non meno significativa, è poi la percezione della forte valenza politica e sociale dei testi di queste canzoni, per lo più ispirate a temi quali lo sviluppo della democrazia e la tutela dei diritti umani in un continente dove l’una e gli altri faticano oltremodo ad affermarsi. 

Un esempio magistrale di edutainment in chiave afro.

Elio Bussolino

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