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Beach House

Piper Club, Roma 10 marzo

 

Lo storico locale romano si apre alla musica live per poche date all’anno, spesso veri e propri eventi che ne tengono alta la reputazione: la premiere è affidata ai Beach House che tornano a Roma dopo 3 anni e un disco, Bloom, molto amato anche da queste parti.

La data non è sold-out ma il Piper va lentamente riempiendosi fino alla saturazione: il fatto che gli spettatori vengano fatti entrare alla spicciolata, in una logica da discoteca, impedisce a molti di loro di godere del bravo Marques Toliver.

Alle 22:15 circa i Beach House fanno il loro ingresso sul palco accompagnati dall’ormai terzo membro, il batterista Daniel Franz, e iniziano la loro performance con Wild: Victoria vestita con una giacca tutti brillantini e capelli lunghissimi a coprirne spesso il viso, Alex in giacca scura e perennemente immerso nell’ombra o nel controluce; scelte che denotano il differente modo di stare sul palco, con la Legrand che per indole e formazione (ex attrice) è molto più comunicativa del partner e arriva a tirare baci e gesticolare.

L’inizio è fulminante con molti dei pezzi portanti di Bloom e Teen Dream: Wild, Other People, Norway, Lazuli e il pubblico accompagnato nei pezzi da ben riconoscibili intro strumentali, coinvolto dalla gran voce di Victoria (che dal vivo ci è parsa più acuta che nei dischi) e ipnotizzato dalla parte ritmica che pulsa come un mantra.

Dopo una decina di pezzi (un’ora di concerto) i Beach House escono per un veloce break, così veloce che la Legrand si toglie la giacca (o magari si cambia del tutto) solo in un momento di buio dell’encore, che si chiude, e con esso il concerto con la meravigliosa Irene.

Roberto Esposti

 

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