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BARONESS

Londra | Koko | 2 marzo

Un sold-out più che meritato e ampiamente previsto quello dei Baroness di John Baizley che, in occasione del tour europeo a supporto del loro ultimo album Purple uscito il 18 dicembre, prendono possesso del Koko di Londra con il loro consueto stile e l’indiscussa padronanza live. La formazione di Savannah offre per l’ennesima volta alle platee d’Europa un concerto indimenticabile. L’atmosfera del Koko, una delle venue più caratteristiche della capitale quanto a ambience e setting teatrale, si addice alla perfezione alle atmosfere eteree e allo sludge-prog raffinato di questa band unica. Il loro set non avrebbe bisogno di apripista ma i Baroness scelgono comunque una band di supporto per questo tour: gli irlandesi No Spilled Blood, un interessante trio di Dublino. Il loro set d’apertura scalda l’atmosfera grazie a un sound limpido e al contempo ricco di alternanze di tempi sludge e attacchi di drumming eseguiti con impeto e maestria. Notevoli anche i vocalizzi e le partiture di synth. Difficile comunque prestare attenzione a qualsiasi band di supporto quando gli headliner sono del calibro dei Baroness.

Il palco si trasforma in uno spazio in cui gli strumenti sono posizionati alla perfezione e dove sovrasta il colore viola: perfino i cavi della chitarra di Baizley sono di quell colore. Il tutto è profondamente inebriante, lo stato di assoluta rilassatezza dell’attesa viene interrotto dall’arrivo del frontman e del suo squadrone che irrompe con una versione particolarmente accesa di Kerosene. Dopo un’inizio così esplosivo, il set procede verso l’apice con la sequenza di Shock Me e Board Up The House. Il talento di Baizley esplode in Fugue dove prevalgono i suoi tradizionali riff raffinati che potrebbero durare all’infinito senza annoiare mai. Il groove e l’elettricità aumentano in Try To Disappear, le luci sparate a intermittenza intensificano i ritmi accesi della divina Desperation Burns e continuano fino a fine serata con l’encore di Isak e Take My Bones Again. Bravi e unici.

Fabiola Santini (testo e foto)

 

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