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ANGELICA ’18

Bologna e Modena | 3-27 maggio

A volte ritornano. Ed è un piacere. Ha collezionato così tanti amici importanti, Angelica, nel corso delle sue 28 edizioni, che le visite delle “vecchie conoscenze” sono diventate una piacevole abitudine. Ma, quando a rimettere piede a Bologna è gente come Alvin Curran, Mike Patton e Anthony Braxton, al piacere si accostano curiosità, attesa e imprevisto.

Curran lo avevamo visto in azione dieci anni fa in occasione del Treno per Cage. E ne eravamo rimasti estasiati. Un decennio dopo il compositore è tornato sotto le due torri per dirigere… una processione! A Banda Larga, infatti, definita dall’autore una “sinfonia di strada” prevedeva una vera e propria processione per le vie del centro, accompagnata da una banda (la Filarmonica Imolese) in dialogo con un pianista (Antonello Salis) trasportato su un furgone fino alla meta: la suggestiva Chiesa di Santa Maria dei Servi, location scelta da Curran per concludere la performance, con più di 100 musicisti ad occupare tutto lo spazio sonoro.

Dopo il successo di Mondo Cane, anche Mike Patton è tornato sul luogo del delitto, il Teatro Pavarotti di Modena, riproponendo l’idea delle cover in una dimensione più intima: stavolta ad accompagnarlo c’era solo il pianoforte di Uri Caine. Forgotten Songs è un pot-pourrì di canzoni più o meno note, con un repertorio talmente vasto da includere Elton John, Slayer e autori semi-sconosciuti: il risultato delle due serate non poteva che essere sorprendente.

Meno sorprese sono arrivate dal terzo ed ultimo ritorno di fiamma. Anthony Braxton mancava dai palchi di Angelica dal lontano 2006, quando si esibì in un indimenticabile duo con Richard Teitelbaum. Stavolta ad accompagnarlo, era la virtuosa dell’arpa Jacqueline Kerrod, ma tra i due talenti non è sembrata scattare la scintilla, benchè il sax di Braxton sia comunque riuscito ad incantare i presenti con la sua plastica versatilità.

Come al solito, il “momento maggio”, pur ruotando attorno ad alcuni eventi principali, ha dato spazio a tante realtà diverse, dagli esperimenti chitarristici di John King a quelli elettronici di Giorgio Nottoli, saltando geograficamente dalla Norvegia (Skadedyr) all’ Inghilterra (Gavin Bryars, Evan Parker, John Butcher), fino sud-est asiatico (Dharma, His Hubris e Sa).

A ciascuno il suo, nel nome della diversità e della libertà di scelta.

Daniele Follero

Patton-Caine ph Paolo Guerzoni

Anthony Braxton,Alvin Curran, Jacqueline Kerrod ph Margherita Caprilli

 

 

 

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