Andrea Appino
IN VIAGGIO NEL CAOS
Nel suo libro Complexity, pubblicato nel 1992, il giornalista scientifico Mitchell Waldrop scrive che “L’orlo del caos è dove la vita ha trovato abbastanza stabilità per sostenersi e abbastanza creatività per meritare il nome di vita. L’orlo del caos è dove nuove idee e genotipi innovativi rosicchiano continuamente il bordo dello status quo, dove anche la più radicata vecchia guardia sarà, presto o tardi, rovesciata”. Il caos è dunque la scintilla che aizza la fiamma della creatività, l’energia che alimenta l’ingegno e cela in sé il germe del cambiamento. Insomma, per farla breve, ci sono buone ragioni per pensare che esista un ordine – o se preferite un equilibrio – anche nel disordine delle cose, ma trovarlo richiede tempo, fatica e soprattutto una buona dose di coraggio.
Ma cosa c’entra – direte voi – tutto questo col nuovo disco di Andrea Appino? Bè c’entra eccome, perché se qualcuno nel tentativo di capirci qualcosa va in psicoanalisi e finisce per capirci meno di prima, qualcun altro impara a convivere con i suoi mostri per poi liberarli attraverso la propria arte. Niente a che vedere con l’esorcismo sia chiaro, piuttosto un difficile processo di disintossicazione dalle paranoie e dai “falsi miti” dei tempi in cui viviamo. Un po’ quello che ha fatto nel suo primo disco da solista Andrea Appino: un tipo regolarmente incasinato, ma soprattutto “incasinato bene” e con le idee ben chiare su come incasinarsi meglio. Una predisposizione innata la sua, che dal 1994 ha trovato terreno fertile per crescere ed esprimersi con il folk-punk-rock dissacrante degli Zen Circus e che emerge sotto una nuova lente anche nei 14 brani de Il Testamento, registrati con una big-band formata da Giulio Favero e Franz Valente de Il Teatro degli Orrori ed Enzo Moretto degli A Toys Orchestra. Un disco che segna una svolta nel percorso artistico del cantautore pisano spostando lo sguardo dalla società alla storia della sua famiglia. Ce ne ha parlato in questa intervista tra rock, fumetti e religioni… Su Rockerilla di Aprile l’intervista completa di Maurizio Maschio.
ph Annapaola Martin