ANCIENT SKY
T.r.i.p.s.
Sons of Vesta
Arriva da Brooklyn questo complesso che presenta il suo secondo disco, il cui titolo e le cui grafiche sono dichiarazioni di intenti che non lasciano dubbi sulle coordinate musicali tracciate dalle onde sonore prodotte dai coni dello stereo di chi ascolta. La ricetta è anch’ essa molto chiara, le radici della band affondano nei primi due dischi dei Pink Floyd e negli inni di Greatful Dead e Hawkwind. Si aggiungono poi le voci affogate ovviamente nei riverberi che a volte ricordano lo shoegaze britannico, a volte il brit-pop. La formula, può essere esemplificata da Snow in the cemetery, dove il vagare lisergico della strofa incontra il calore di un breve, ma agrodolce ritornello. Forse è un disco troppo soporifero.
Gianpaolo Iacobone