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ALT-J

This Is All Yours | Infectious

alt-j-La band di Joe Newman, vincitrice del Mercury Prize e dell’Ivor Novello Album Award, torna con un secondo cd: in arrangiamenti magistrali e curatissimi, “rigorosi e anarchici”, analogico ed elettronica si amalgamano o alternano tra manipolazioni di sample (compreso uno di Miley Cirus nel singolo Hunger of the Pine) e vocalizzi, suoni ora orientaleggianti, ora sacrali, ora delicati e sognanti, note essenziali di piano per accompagnare l’ideale approdo estatico nella bellezza naturale del parco della città giapponese di Nara, e bassi gravidi di sensualità. Ancora vi si gustano sonorità dilatate, languide o, a brevi sprazzi, distorte, archi struggenti, cenni di chitarre venate di blues, r’n’b o funky ‘70s, persino qualche maestoso incedere che profuma di alt-country e si colora di percussioni e fiati world, trame da madrigale e altri frequenti momenti acustici, pregni di placida dolcezza, tra cui quello di Warm Foothills (con Conor Oberst, Lianne La Havas, Sivu e Marika Hackman) o della minimale Pusher (trapunta di acuti seducenti), in linea con l’etichetta “folk-step” coniata per la band di Leeds. I versi, più che il senso, prediligono e ricercano la musicalità dei suoni più evocativi ed enigmatici, in una litania accorata, intima e fascinosa di parole, talora al limite del mantra, ma compongono anche canzoni con riferimenti sociali o, più spesso, tumide di passione. Eden eclettico.

Ambrosia J.S. Imbornone

 

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