ALMA
Alma | Firce Panda
Qualcuno lo dica a questi giovani londinesi. La stagione del post-rock anni Novanta o giù di lì fu senza dubbio fervida e ricca di invenzioni, ma riproporre oggi i suoi cascami ridotti a formuletta facile facile significa in fondo tradire lo spirito di onesta ricerca di forme nuove che animava i gruppi di allora. Fanno tutto bene gli Alma, come negarlo. Eppur non basta qualche scaltrissimo birignao sigurrossiano buttato qua e là con nonchalance da primi della classe (un grosso buuu per The Gardener) né, tanto meno, i soliti stracotti maniersimi in odor di elettro-ambient fra Morr e derivazioni eventuali, per cavare da mediocrità e impaccio un esordio nato già vecchio, anzi vecchissimo. Altro da aggiungere in estrema sintesi non c’è.
Lenti e noiosi: parole loro.
Francesco Giordani