Il 25 marzo sarà pubblicato Radius, terzo album del musicista americano ALLEN STONE, qui il video del singolo Freedom:

Allen tornerà in Europa con un tour che toccherà anche Milano come unica data italiana: 19 Aprile  | MILANO | ARCI BIKO

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ALLEN STONE | Radius Deluxe | ATO

	
	
	

		Certi dischi ti fanno venire subito in mente il mitologico Vaso di Pandora… Questo di Allen Stone, per esempio. D’accordo, chi segue più da presso il soul contemporaneo ormai sarà “sul pezzo” da un po’ di tempo, essendo Radius già il terzo lavoro che il biondo capellone ventinovenne di Chewelah, Washington, assembla nella sua ancora breve carriera, ma i primi due – Last To Speak del 2010 e l’eponimo di un anno posteriore – hanno giusto sortito l’effetto di accendere i riflettori sul personaggio e scatenare una ridda di paragoni tale da far impallidire anche talenti meno giovani di questo (la definizione l’azzarda lui stesso non senza un briciolo di autoironia) “hippy preso dai classici della musica nera dei ’60 e ’70”. Lo status di stella, insomma, è un traguardo che Stone deve ancora raggiungere, un riconoscimento, tuttavia, che chiunque abbia la voglia, la curiosità, l’interesse di “scoperchiare” Radius non potrà che ritenere alla sua portata. A schizzare per prima all’attenzione di tutti è la straordinaria affinità della sua voce a quelle di mostri sacri come Stevie Wonder, Marvin Gaye e Curtis Mayfield. Ebbene, che tale “strumento” gli consenta, dunque, di “surfare” tra falsetti soul (Freezer Burn, Freedom, Barbwire) e ipertrofiche figure funk (Fake Future, Upside) è cosa che non può destare altro che meraviglia, ma altrettanto degne di ammirazione sono le sue qualità compositive, qui esaltate dalla produzione moderatamente vintage del soul brother svedese Magnus Tingsek. FUORICLASSE.
	
Elio Bussolino