ALCEST | LONDRA
Islington Assembly Hall | 1 Febbraio
Di ritorno in territorio anglosassone dopo l’ultimo tour a supporto dei Katatonia nel 2012, i francesi Alcest si ripropongono al pubblico londinese nel loro accattivante stile shoegaze. L’Assembly Hall, uno degli edifici del municipio di Islington, si trova esattamente a metà strada tra due delle venue più note agli assetati di live shows del calibro degli Alcest, la O2 Academy e il Garage. A differenza dei due locali “rivali”, l’Assembly Hall assomiglia più ad un teatro, sia per la disposizione degli allestimenti che per l’ambience: la band parigina non poteva essere meglio allocata per lo show da headliner tanto atteso. La serata non parte al massimo: la prima band di supporto, gli inglesi The Faun, coivolgono poco il pubblico ma ci pensano i finlandesi Hexvessel a scuoterli dal torpore. La band, originaria di Tampere (e progetto speciale di Mat McNerney, il mastermind dietro i bombastici Beastmilk), piomba sul palco con grande determinazione. È chiaro che gli Hexvessel vogliono conquistare un’audience più ampia, il loro trasporto è piacevolmente contagioso. La tastiera e il violino, orchestrate magicamente da Kimmo Helén, rendono il loro sound etereo; gli elementi folk inseriti tra passaggi acustici strutturati ma sensuali sono richiami incantevoli alla terra d’origine della band. Ci si sente letteralmente trasportati nella tundra, dove il freddo incontra la desolazione, e ci si lascia andare. Dal momento in cui Monsieur Stéphane Paut aka Neige sale sul palco e inizia a diffondere, con i suoi Alcest, le note di Opale e Summer Glory, l’atmosfera si carica di suggestione e il coinvolgimento sale. Siamo in territorio shoegaze anche se affiorano spesso interessanti digressioni, grazie soprattutto ai vocalizzi penetranti del bravissimo frontman, tipiche delle sonorità dei loro precedenti lavori. I nostri regalano un concerto a dir poco sorprendente: il set degli Alcest, sempre ben accolti nella capitale, culmina con Sur L’Oocéan Couleur De Fer e Délivrance come encore, chiudendo così nel migliore dei modi una grande performance.
Fabiola Santini
Ph: Fabiola Santini