ALCEST
L’oasi dell’anima
É decisamente raro vedere un gruppo francofono esplodere improvvisamente, ancora nella sua infanzia e senza alcun tipo di marketing, a livello globale. Il caso degli Alcest rappresenta un’ulteriore anomalia poiché l’attrattiva della band si dispiega su vari livelli: quello artistico, spirituale e del culto della persona. Il fulcro del fenomeno si fa chiamare Neige, ovvero neve, forse ad indicare, nell’ottica del black metal trascendentale, la purezza virginale di picchi incontaminati avvolti in gelide coltri invernali: solitudine metafisica, asperità e devastante bellezza della natura richiamano i temi romantici cari al genere, ma qui non ci troviamo di fronte alla tipica attitudine misantropico-nichilista, bensì alla sua nemesi. Attraverso Alcest Neige cerca la luce, la perfezione, l’eterno. A causa dell’influenza black metal si è spesso mal interpretato la sua musica: se dagli Alcest ci si aspetta brutalità e negatività si rimarrà delusi poiché lo scopo del progetto, a cui Neige diede vita all’età di sedici anni, è quello di esplorare il senso e tenere vivo il ricordo di meravigliose esperienze trascendentali vissute da fanciullo. Nel 2011, grazie alla costante presenza live, molti degli aspetti travisati sono stati chiariti e sempre più fan si innamorano degli Alcest, oramai insinuatisi nel mondo dell’indie rock, da troppo tempo orfano di bands in grado di scuotere il mondo. Neige viene spesso indicato come una sorta di profeta per la determinazione ed onestà visionaria con cui persegue la sua ricerca metafisica: dopo il nostro ultimo emozionante incontro (numero 365 di Rockerilla: Un Angelo tra Noi) sono curiosa di sapere come questo avventuroso anno abbia influito sul grande viaggio della sua anima…
Sul numero di Febbraio di Rockerilla l’intervista completa agli Alcest di Mystery Flame