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AGNESE VALLE

I Miei Uomini Maremmano 

La cantautrice e clarinettista romana non è nuova al confronto con l’universo poetico dei cantautori nella sua declinazione al maschile (i lavori precedenti incastonavano infatti – quasi un segno di riconoscimento – perle di Fossati, Jannacci e Graziani). Qui l’intero concept, le cui sottili interconnessioni appariranno più evidenti nello spettacolo teatrale di cui l’album sarà asse portante, è focalizzato sull’intuizione di traiettorie meno battute nell’ambito di canzoni d’amore (o quasi) i cui solchi sembravano già essere stati scavati in maniera definitiva. Fabrizio Fratepietro decostruisce i brani riducendoli all’osso per poi rivestirli di abiti contemporanei, tanto più convincenti quanto più riescono a scansare la magniloquenza del pop mantenendosi nell’ambito di una spiazzante – ma proprio per questo estremamente interessante – elettronica minimale, che lascia spazio alle qualità interpretative e alle raffinate screziature della voce. Dulcis in fundo, dopo aver spaziato tra Guccini e Morgan, il delicato ritratto inedito di una fioraia alla sua ultima rosa, frutto della penna sempre ispirata di Pino Marino, e la struggente rilettura di Ragazzo Mio di Tenco. New skin for the old ceremony. Alessandro Hellmann

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