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ACHERONTAS

Londra | The Black Heart | 7 marzo

Supremazia, grandiosità, solidità: ecco come vengono percepiti i greci Acherontas in questa performance live esclusiva tenutasi nella tana di Camden, il Black Heart. La serata, organizzata da Old Empire (www.old-empire.co.uk) parte in grande stile grazie agli inglesi Towers Of Flesh. Il loro blackened death metal virulento offre una stratificazione di sezioni ritmiche terremotanti che colpiscono non solo per l’altissima definizione tecnica ma anche per l’assoluta compattezza del sound. Il frontman Jack Welch, con tanto di testa sanguinolenta si impone con il suo growling agghiacciante, senza mai lasciare la presa per tutta la durata del set. La performance di questa sera conferma i Towers Of Flesh come una delle punte di diamante della nota etichetta Candlelight Records. Con abbondanza di volumi e distorsione, la band che segue continua a mantenere l’atmosfera elettrizzante senza alcun calo di tensione: parliamo dei polacchi Mord’A’Stigmata. L’epicità e la solennità di fondo delle loro distorsioni letali vengono arricchite ulteriormente dalla presenza di riff incisivi e di strigliate di basso lanciate con veemenza dal frontman Ion, rompendo ogni forma di dicotomia possibile e immaginabile. Il loro set dimostra la loro evoluzione stilistica verso meandri più ritualistici, suggestivi e al contempo malinconici. Difficile lasciarli andare per i norvegesi Crest Of Darkness. Pur arrivando sul palco sprizzando orgoglio fiero e battagliero, la formazione black metal non coinvolge il pubblico che sembra dileguarsi. Il paragone con i precedessori non regge. I riff aspri e scuri di Demon Child e di Under The Sign of The Horned God attirano comunque l’attenzione sul frontman e bassista Ingar Amlien che con Warhead 666 e Evil Messiah (quest’ultima tratta dall’omonimo EP appena pubblicato), tracce di taglio tipicamente black ma opprimente, riesce a mantenere coinvolti i pochi rimasti. Dal momento in cui le prime note di Conjuration Of The Five Negatives sfondano la barriera del suono, il Black Heart si riempie di nuovo, come previsto. Per gli Acherontas, il ruolo di headliner è più che meritato: in tour a supporto del loro ultimo capolavoro Ma​-​IoN (Formulas of Reptilian Unification) uscito il 27 febbraio, la formazione greca dimostra questa sera di essere all’altezza di un pubblico particolarmente esigente. Come per i Mord’A’Stigmata, anche con gli Acherontas ci si sente avvolti in un vortice ritualistico, dove non ci si perde in fronzoli, grazie alla maestria del frontman Acherontas V. Priest nel guidare il suo plotone alla conquista dei sensi più disperati, in una lotta senza esclusione di colpi.

La sequenza di riff epici e melodie aggressive di Blood Current Illumination e The Horned Moon proposti al pubblico in escandescenza, evidenzia

la potenza, la dinamicità e la grande tecnica di questa formazione di prestigio. Rendono decisamente di più dal vivo e potrebbero tranquillamente suonare all’infinito.

Fabiola Santini (testo e foto)

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