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CULT OF FIRE

Londra | Boston Music Room | 12 settembre

Dopo aver conquistato il pubblico del Brutal Assault (http://brutalassault.cz/en/) giocando in casa, la formazione ceca dei Cult Of Fire sbarca per la prima volta in territorio anglosassone con un tour d’eccezione che li conferma tra i protagonisti della scena live black metal attuale. Il loro set esclusivo viene preceduto da una carrellata doom proposta da una band che sicuramente farà parlare di se dopo questo tour: si tratta degli svedesi di Uppsala Saturnalia Temple. Il trio si presenta solido e compatto sin dalle prime note dal sound affascinante che, a tratti, diventa più heavy e intossicante grazie ai riff trascinati del frontman e chitarrista Tommie Eriksson. Difficile credere che ci siano solo tre musicisti dietro a questo tappeto sonoro che incanta per il contrasto tra accelerazioni baritonali e rallentamenti feroci, il tutto accompagnato da un’accattivante atmosfera tenebrosa. To The Other title-track del loro ultimo album uscito lo scorso febbraio è l’episodio più cupo di questo set-list singolare in cui i vocalizzi tormentati riflettono una ricchezza emotiva non indifferente. Nulla sembra essere lasciato al caso: maestria e passione si fondono: i Saturnalia Temple sono una realtà separata dove ci si può immergere dando libero sfogo ai propri sensi. Il loro set catapulta il pubblico in un’altra dimensione. L’arrivo degli headliner è preceduto dal rituale della preparazione del palco: tra candele e cimeli religiosi. La formazione si presenta ai fans londinesi, ormai in preda all’entusiasmo collettivo,incappucciati e temerari. I quattro membri dei Cult Of Fire lanciano la sequenza di Mrtyu Kā Vībhatsa Nrtya e Mrtyu Hī Satya Hai che colpisce per intensità e precisione fulminea, l’atmosfera oscura si fonde nelle note bombastiche rese ancora più deflagranti da un blast-beat al limite dell’eccessivo e il frontman Devilish non molla mai la presa. I Cult Of Fire si sono dimostrati all’altezza di questa prima prova live in Regno Unito, anche se il loro sound risulta a tratti troppo ripetitivo, i predecessori hanno indubbiamente incuriosito di più.

Fabiola Santini (testo e foto)

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