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EDWARD SHARPE & THE MAGNETIC ZEROS

Edward Sharpe & The Magnetic Zeros                    

Island/Gentlemen Of The Road

 

I tempi sembrano essere maturi per mettere in scena un nuovo musical mistico/utopico, lo spettacolo di una comunità di musicisti girovaghi in fervida attesa di un’altra Era dell’Acquario e con tanto di capo carismatico (Alex Elbert) e gentile signora (Jade Castrinos).

Broadway per il momento non sembra aver ancora preso in debita considerazione l’ipotesi e allora a ventilarla ulteriormente provvedono i Mumford & Sons, affiliando l’intera compagnia alla loro etichetta Gentlemen Of The Road e pubblicando il terzo album di quei Edward Sharpe & The Magnetic Zeros con i quali due anni fa hanno condiviso scompartimenti e palchi durante il celebrato Railroad Revival Tour.

L’album eponimo raccoglie non senza un certo sussiego ambizioni e sogni di gloria dell’ensemble, ovvero la sua indisponibilità a piegarsi al corrente lessico indie e l’innata attitudine a servirsi piuttosto di tradizioni assai più solide e collaudate, dal folk al gospel e alla psichedelia.

Il tutto allestito per platee non meno che festose e osannanti, folle da intrattenere e imbonire fraternamente nei catini dei grandi stadi o nelle sale dei più importanti e, soprattutto, capienti teatri metropolitani.

Al riguardo la lista dei titoli – Better Days, Let’s Get High, Country Calling, Life Is Hard, If I Were Free, They Were Wrong… – non potrebbe esplicitarne meglio la gran voglia di proselitismo. Chissà mai che questi tempi grami non finiscano per partorire una nuova hippy generation … 

Elio Bussolino

 

 

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