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The Medea Project

Londra | O2 Academy Islington | 18 Agosto

Tra le realtà doom anglosassoni attuali più rilevanti spicca il nome dei Medea Project. Il trio è partito bene con il self-titled EP di debutto, confermandosi come una band portatrice del genere in tutta la sua essenza. Dopo aver spopolato live in locali underground del Kent, la loro contea d’origine, i The Medea Project sono pronti a salpare alla conquista della capitale con un concerto nella nota 02 Academy Islington, nel cuore del nord londinese. Dopo gli openers Detoxer e All That Was Said, è il turno dei Basilisk. La formazione offre un rock classicheggiante contornato da sferzate imponenti, soprattutto a livello di drumming eseguito con tecnicità assoluta da parte di Harvey Lake, già noto al pubblico per aver militato live nei Countless Skies. Il set si evolve senza intoppi, i front-rowers rispondono bene alle peripezie dei membri e alle note sfavillanti del loro sound che, pur non avendo grosse pretese, ha un certo appiglio. Il duo che segue offre un contrasto non indifferente: si tratta dei Sectlinefor, band autrice di un noise distruttivo e roboante. Il chitarrista Piton ricorda Al Jourgensen dei Ministry degli esordi: il tocco industrial a questa valanga di stratificazioni gelide e taglienti viene reso ancora più minaccioso dai vocalizzi di Jared. Il frontman si presenta vestito da orso per poi trasformarsi in una ballerina con tanto di tutù rosso, rasentando la perdita di controllo totale e la pazzia. Il live scatena una reazione collettiva non indifferente, che si ridimensiona con l’arrivo sul palco degli headlinerers. Il pubblico appare stregato dalle note intossicanti e trascinate di Fear, dove il drumming della bravissima Pauline Silver risalta come l’elemento portante. La voce del frontman Brett Minnie spicca per imponenza e personalità nella splendida Babylon, traccia super-collaudata a livello live e da considerarsi come il loro cavallo di battaglia. Tra luci soffuse e volumi esorbitanti, la scaletta culmina con Reaver e una splendida cover di Kneel To The Cross dei Soul Invictus eseguita con attenzione al minimo dettaglio, a conferma che i Medea Project hanno innescato la marcia giusta per conquistare platee decisamente più grandi, inserendosi sulla scia dei connazionali My Dying Bride, Conan e Bast alla conquista del doom made in UK.

Fabiola Santini (testo e foto)

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