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PIERPAOLO LAURIOLA Esclusiva Video

 The Dreamers, il brano del video qui in esclusiva (girato il 5 Marzo al Teatro Spazio 89 di Milano) è estratto dal disco di PIERPAOLO LAURIOLA ‘L’EGO’, uscito il 3 Marzo scorso. Un album di canzoni che sono anche un diario di un viaggio che comincia dal Sud del Gargano e arriva nel Nord Est Europa, a Varsavia.

Ecco il dettaglio traccia per traccia:

YALLA

In arabo Yalla! Vuol dire “Su!”, “Tirati su!”, “Muoviti!”. E’ un incitazione. Questa canzone è tratta da un racconto di Laura Silvia Battaglia. Yalla è una canzone sull’abbandono e sull’assenza. La guerra è una follia. Quella guerra che combattiamo tutti i giorni negli uffici e nei posti di lavoro e quella con le bombe che ci arrivano in diretta sui media. Quest’estate ho fatto un viaggio alla ricerca delle mie radici. Il Gargano è stato il luogo di partenza. Quel viaggio è continuato fino ad arrivare ad Auschwitz e Birchenau. Yalla è il respiro d’amore che segue anche quell’esperienza.

 

A Varsavia

All’inizio avrebbe dovuta chiamarsi “Il rumore del tempo” come il libro di Osip Mandel’štam che stavo leggendo. Avrebbe dovuto essere una canzone con un’impronta più politica e specifica sui fatti accaduti a Varsavia nel 1982, ma mi sembrava troppo circoscritta a un tempo e a un episodio ben preciso. Così ho eliminato dalla canzone ogni riferimento temporale perché il messaggio che intendevo trasmettere con questa canzone è a-temporale, non localistico, esteso al mondo intero. È il grido di libertà e di ricerca di cose non dette e nascoste. La ricerca della verità. Così come successo di recente con il caso Cucchi ad esempio. Così ho immaginato un momento della vita di un ragazzo polacco a Varsavia nel periodo del regime repressivo di Jaruzelski. Un ragazzo della stessa generazione di Grzegorz Przemyk. Poeta diciannovenne che fu arrestato mentre festeggiava l’ottenimento del diploma. E poi ucciso. Ho immaginato il suo mondo interiore e le sue cose non dette o non dette sul suo caso.

 

The Dreamers

The Dreamers è il sogno di due amanti divisi dalla guerra. Dopo che la guerra sarà finita si rincontreranno a Roma. Questa canzone è una promessa. Quella di ritrovarsi dopo il conflitto in un’altra città per vivere in tranquillità il proprio amore. Il grido è: Uscire per un giorno dalla precarietà per godersi il momento e renderlo eterno. Tipico di queste generazioni in continuo movimento. I figli della vita liquida, come direbbe Zygmunt Bauman, in viaggio verso un eterno andare alla ricerca di una felicità che spesso viene cercata proprio dove si celano i veri motivi di una tristezza globale. L’odio e la sopraffazione. La ricerca del potere che ci costringe ad essere schiavi.

Ma quanta consapevolezza c’è in questo? E quanta voglia c’è realmente di abnegare al potere in cambio di libertà? Di un Io meno liquido?

I due amanti protagonisti della canzone si rincontreranno a Roma, come in quel sogno di promessa mantenuta. Dopo molti anni. Nella città eterna che li vedrà amare per l’ultima volta. Dopo la notte passata insieme forse qualcosa è cambiato. Le nuove esperienze pesano. Ora sono due persone diverse. Quello che poteva essere un nuovo inizio diventa un nuovo addio.

 

Cantavamo Canzoni

La canzone parla della perdita di una persona amata e della sofferenza a essa collegata.Nel ritornello vengono citate alcune canzoni che hanno come tema “la guerra” e che i protagonisti della canzone cantavano. L’io narrante ricorda questi momenti mentre ricorda da troppo tempo una persona importante che non c’è più.

Cantavamo queste canzoni: Bob Dylan, The Times They Are A Changin Boris Vian, Le Dèserteur, U2, new year’s day, John Lennon – Give Peace A Chance, Era de maggio (canzone in lingua napoletana, basata sui versi di una poesia del 1885 di Salvatore Di Giacomo e messa in musica da Mario Pasquale Costa), LITFIBA – Lulù e Marlene, Franco Battiato – Bandiera bianca, Pink Floyd – GoodBye Blue Sky.

 

L’Avventura

Il titolo del brano riprende un film di Michelangelo Antonioni. L’avventura fa parte della trilogia esistenziale e dell’incomunicabilità. Un film che si colloca tra La Notte e L’eclisse. L’avventura l’abbiamo registrata live con chitarra acustica, loop station e voce. Questa canzone è stata registrata in presa diretta suonando più volte il brano. Adel mi ha aperto i microfoni mentre io ero in sala di ripresa ed ha iniziato a registrare tutto quello che suonavo. Dopo due ore circa avevamo il brano pronto. Ci sono delle riprese video che condivideremo.

Ad un certo punto della canzone c’è un inserto di Thomas Edison dove lui racconta di questo giro del mondo su un grammofono.

 

I Cantori

Spesso la musica nasce da un esigenza di libertà. Vedi il Jazz ad esempio. Fu creato da persone che sono state liberate dalla schiavitù. Persone che fino a poco tempo prima venivano considerate all’ultimo gradino della scala sociale. Qualcosa di simile è successa in Brasile con il Samba. Qual’è il genere musicale che oggi ci serve per dire al mondo che siamo stati liberati da qualche catena? Le mie origini passano anche dalle campagne della Puglia. Da Giuseppe Di Vittorio ai Cantori di Carpino. In quei posti ho sentito quel genere di grido di libertà. La Tarantula Garganica è il ritmo portante di questa canzone. I timpani suonati con veemenza ne scandiscono la forza. Questa canzone la dedico a tutte le ombre che fanno luce sulle cose grandi.

 

Il Mare

Sono nato davanti al mare. A Manfredonia. Lasciarsi andare con i pensieri al suono e al profumo che c’è nelle onde del mare. Perché il mare ha una sua forza, proprio come certe canzoni e non ci resta che contemplarlo, con umiltà ed emozione. Proprio come ci succede con certe canzoni e con certe persone.

 

Dentro A Un Bicchiere

Ho immaginato un reduce di quella che possiamo definire “la guerra di tutti i giorni”. Il lavoro con le sue contraddizioni. Ti da dignità ma ti rende schiavo. Ti porta ricchezza economica ma ti può toglie ricchezza interiore. Può farti sembrare un uomo ma quando torni a casa, dentro a un bicchiere rivedi un te stesso finto e alterato proprio come quei gradi di troppo in quel bicchiere. Quei gradi che ti alterano. Oppure, in quel bicchiere, un bel giorno puoi sentire la tua forza. La tua ricchezza. E brindare ad essa.

Mentre registravamo l’album Adel mi faceva notare che questa canzone sarebbe potuta essere la colonna sonora di The Big Kahuna, il film del 1999 diretto da John Swanbeck. Soprattutto nel discorso finale.

La scena è questa. In una stanza d’albergo di Wichita in Kansas nel Midwest tre venditori di lubrificanti industriali sono in attesa di incontrare alcuni clienti, per poter concludere un affare che possa risollevare le sorti della società per cui lavorano. I tre sono molto diversi tra loro: Larry e Phil sono i “vecchi” mentre Bob è nuovo del mestiere. I tre attendono parlando della vita, del lavoro, delle donne e di loro stessi, trasformando la stanza d’albergo in una sorta di palcoscenico teatrale.

 

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