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KURT COBAIN

Destrutturazione di una voce

C’è un che di presago in questo montaggio, una sottile linea di latenza, sotto la quale è chiaramente riscontrabile – ad un livello sovrasensibile e metatestuale – tutto il disordine creativo, un magma genesico e un dramma evocativo, ma evidentemente anche emotivo, di uno dei geni del nuovo millennio. Montage Of Heck: The home recordings, da Cobain stesso così titolato, è uno spaccato di vita – che la Universal ha voluto render pubblico – ripartito in 31 testimonianze home-fi, o sciatto collage intimo, casalingo e dimesso, di un musicista saccheggiato e depredato oltre il dicibile, da un’industria che se ha il merito di avergli puntato addosso un riflettore, così da dar risonanza ad una delle voci che meglio ha interpretato il deposito di una troppo tarda tradizione punk fatta di nichilismo e aberrazione, ribellione e desiderio (Kurt ricercava caparbiamente il successo che lo ha poi dilaniato), caratterizzando così il suono di un’epoca, ne ha però funzionalizzato e imbrigliato il dramma personale, dunque lo sbando e la deriva… su Rockerilla 423 Novembre ’15 l’articolo completo di Gioele Valenti

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