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Voivod

Interstellar Empathy

 

Voivod, un grandissimo mito. Dal lato umano, artisti umili e generosi che hanno fatto della coerenza e dell’empatia il cardine di una vita vera ed onesta. Dal punto di vista artistico-musicale, padri sin dagli inizi degli anni ’80 di un nuovo modo di fare metal, contribuendo a nutrire per decenni le radici più sperimentali dell’underground, dal prog al black. I giovanissimi Michel Langevin, Denis D’Amour (RIP), Jean-Yves Thériault e Denis Bélanger, in arte Away, Piggy, Blacky e Snake, forgiarono un nuovo sound mescolando le proprie influenze (dal thrash al punk alla psichedelia), riconoscibile per i repentini cambi di tempo e per la magica dissonanza della chitarra del compianto D’Amour (ora sostituito dall’amabile Daniel Mongrain). Nonostante l’immenso capolavoro del 1989, Nothingface, sia stato un best-seller, i Voivod non hanno mai avuto odore di mainstream. Periodi difficili, anche sul fronte personale, sono stati superati, complice la passione dei devotissimi fan. Con il nuovo contratto con Century Media, i Voivod s’accingono a regalarci un nuovo album, Target Earth. Eccovi un breve estratto da una lunghissima conversazione con lo splendido Away avvenuta al Roadburn 2012, di cui la band fu protagonista assoluta con due concerti accompagnati dall’inconfondibile arte visiva dello stesso.

 

Michel, sei una persona tranquilla, dai modi pacati: come mai hai deciso di fare il batterista?
Per caso, come accade a molti: volevo suonare in una band e l’unico posto disponibile era la batteria. Provai a percuoterla e mi piacque un sacco! …su Rockerilla di Gennaio l’intervista completa di Mystery Flame.

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