TRENTEMØLLER – AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA, ROMA
9 Novembre
Trentemøller a Roma ha un pubblico invidiabile: in una tarda primavera di novembre la grande sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica è piena e il musicista danese ne è particolarmente felice. Il concerto si apre poco dopo le 21 con la nebbia shoegaze di I Give My Tears, tratta dall’ultimo disco in studio di Trentemøller, Dreamweaver: fumo di scena viene sparato sugli spettatori seduti in sala mentre le luci in controcampo mettono in rilievo solamente le silhouette dei musicisti. L’effetto visivo è garantito, meno la resa sonora che all’inizio del concerto è un po’ impastata. D’altro canto non è semplice da miscelare il cocktail di new wave, electro e dark messo in scena con l’ausilio di chitarre elettriche (suonate da Brian Batz e dalla cantante Disa Jakobs), basso subsonico (Jacob Haubjerg) e batteria acustica (Silas Tinglef) a coadiuvare le basi elettroniche orchestrate dallo stesso Trentemøller. Le atmosfere deamwave continuano nella prima parte del concerto con una manciata di canzoni che servono a presentare l’album appena pubblicato (e recensito su Rockerilla di novembre). Non mancano le citazioni degli amatissimi Cure e l’esplosiva Still on Fire (da Lost, del 2013) preannuncia le temperature bollenti della seconda metà del concerto. One Eye Open, dall’album Fixion, è il volta pagina per chiudere con le novità e tuffarsi nei successi della carriera ventennale del produttore danese.
Con Vamp si apre la sequenza di brani tratti dal fortunato esordio The Last Resort del 2006, interrotta dalla roboante cover di Cops On Our Tail degli amici Raveonettes. Sul groove scolpito nel silicio di Vamp Trentemøller invita il pubblico ad alzarsi in piedi e ballare nel corridoio sotto il palco: in meno di un minuto la sala Sinopoli si trasforma in una discoteca stracolma di persone danzanti e felici. L’effetto di brani come Moan e Take Me Into Your Skin è garantito: tutti impazziscono, si divertono mentre sul palco i musicisti ricoprono di lava elettrica i groove foderati di silicio. Brano preferito del concerto: Miss You. Un omaggio anche agli immortali New Order, citati con la loro hit Blue Monday, prima del gran finale con la cavalcata psichedelica Silver Surfer, Ghost Rider Go!!! unico brano della serata tratto dall’imperdibile album del 2010, Into The Great Wide Yonder. Dunque, l’apoteosi. E Anders Trentemøller e i suoi musicisti ringraziano sinceramente il pubblico con un inchino.
Roberto Mandolini