TORTOISE
Brescia | Latteria Molloy | 28 maggio 2016
Il concerto inizia con quasi un’ora di ritardo, causa concomitanza con la finale di Champions. Poco male: la band di Chicago fa dimenticare tutto con una performance tanto professionale quanto energica.
I Tortoise hanno smussato gli angoli, rispetto al passato più remoto: le lunghe cavalcate verso il nulla di “Millions Now Living Will Never Die” o di “TNT” sono un lontano ricordo. Questa è musica più accessibile e convenzionale, che ha tuttavia il pregio di rimanere originale, oltre che molto interessante: tastiera, xilofono elettronico e basso disegnano l’atmosfera (una sorta di progressive-ambient con escursioni nel jazz della Wind City), mentre le due batterie si trasformano nei primi violini.
I loro balzi, controbalzi e giri ritmici sono infatti la chiave di tutto, il tassello che consente alla band di trascinare il pubblico, a dispetto della fama cerebrale della loro musica.
Il polistrumentismo virtuoso della band è un altro fiore all’occhiello: i ragazzi alternano e scambiano ripetutamente i ruoli senza che nessuno se ne accorga, in termini di qualità.
La scaletta ripercorre quella dell’ultima fatica della band, “The Catastrophist”, uscito lo scorso mese di gennaio.
Come detto, i Tortoise forse hanno smussato gli angoli, ma nel complesso restano dei leader nel loro campo, come ha confermato anche il disco più recente: la serata risulta così gradevole e pure appassionante per il pubblico che affolla la Latteria, nei suoi momenti migliori.
Francesco Buffoli