THE HIGH LLAMAS | Here Come The Rattling Trees | Drag City

C’è sempre stata una forte componente cinematica nella musica di Sean O’Hagan, unita a una raffinatezza rara nelle scelte armoniche, nell’inserto di qualche strumento inconsueto, nell’avanzamento coraggioso di melodie sfuggenti e in una voce calda e confortante. Il nuovo album degli High Llamas parte da una raccolta di storie più o meno verosimili, collegate tra loro da un luogo comune e da un personaggio femminile che le raccoglie e le congiunge. Una sorta di colonna sonora teatrale già consumata su molti palchi inglesi, Here Come The Rattling Trees spezzetta la scaletta con brevi intermezzi sonori (qui opportunamente battezzati underscore) che si ricollegano nelle linee armoniche e nei colori strumentali. Attorno, una manciata di canzoni leggere come nuvole, dove strumenti acustici ed elettronici si muovono appena su una ritmica accennata sullo sfondo. Profumano di antico, come se un Syd Barrett lucido e sereno dipingesse piccoli acquerelli (la delicata McKain James, la misteriosa filastrocca che si srotola in Livorno). Sono melodie spensierate, quasi inconsistenti, tra clavicembali e piccole ondate sintetiche (nella title-track), con piccole escursioni in odore di sudamerica (nella melodia smorfiosa di Jackie e nel meraviglioso incedere della disincantata Bramble Black). Un album da ascoltare con attenzione per l’ottimo ritorno di una band che mostra LA CONSUETA CLASSE.

Paolo Dordi