Top

SUGGS E I MADNESS

Presentato al Torino Film Festival il documentario del regista Julien Temple.

Julien Temple è una presenza alla quale il Torino Film Festival (TFF) ci ha abituati negli ultimi anni. Nel 2014 ha ricevuto il Gran Premio Torino e nel 2015 è stato guest director della 33esima edizione del festival torinese, per la quale ha curato una bella rassegna di film dedicati a tematiche musicali, il genere che rappresenta l’oggetto principale del suo lavoro di regista. Basti ricordare alcuni titoli tra i tanti film da lui diretti a partire dagli anni ‘70: La grande truffa del rock ‘n’ roll (1979), Absolute Beginners (1986), Sex Pistols – Oscenità e furore (2000) Il futuro non è scritto – Joe Strummer (2007), Oil City Confidential (2009) e The Ecstasy of Wilko Johnson (2015).

Alla 35esima edizione del TFF è stato presentato il suo ultimo lavoro, My Life Story, un documentario sulla vita di Graham McPherson, in arte Suggs, leader dei Madness, la band ska inglese nata nel 1976 a Londra.

Il film è basato sullo spettacolo teatrale che McPherson sta portando in giro dal 2012 Suggs: My Life Story in Words and Music, un monologo divertente e brillante nel quale McPherson racconta la sua vita e canta alcuni brani accompagnato da un pianista. Julien Temple ha filmato lo show in teatro e ha aggiunto alla narrazione spezzoni di video tratti dai live dei Madness, riprese di locali londinesi frequentati da Suggs e dai Madness, come il Colony Room a Soho o il Dublin Castle a Camden Town, e immagini della scena musicale inglese, in particolare degli anni ‘70 quando i Madness hanno esordito. In realtà il gruppo è nato in precedenza, prima con il nome di The North London Invaders e poi con quello di Morris and the Minors, che è stato cambiato poco prima dell’uscita dell’album d’esordio One Step Beyond… del 1979, in omaggio a una delle loro fonti d’ispirazione principali, il musicista giamaicano Prince Buster, autore del brano Madness (nel 1963), di cui una cover compare anche in One Step Beyond…

Il primo album uscì per la 2 Tone Records, l’etichetta di Jerry Dammers degli Specials, la band con la quale i Madness ebbero modo di condividere il palco in quegli anni.

Suggs racconta la sua vita e la sua carriera fin dall’infanzia, con la madre, cantante jazz, che lo introduce al mondo della musica, la ricerca del padre che aveva lasciato la famiglia quando lui aveva tre anni, poi le esperienze con le sue prime band, i movimenti degli anni ‘70, il glam e il punk principalmente, che lo vedono poco coinvolto, mentre subisce il fascino del soul americano, la necessità di avere un nome d’arte, scelto a caso in un’enciclopedia di musicisti jazz, quello del jazzista Peter Suggs. Poi il percorso con i Madness, lo scioglimento e la reunion, che li vede ancora oggi maestri nel loro genere, nonostante lo stile sia diventato un po’ più pop, dimostra l’eccellente ultimo album del 2016 Can’t Touch Us Now.

My Life Story è un pregevole documento sulla storia di una delle band inglesi più influenti, raccontata direttamente dal suo leader, Suggs, e da un grande regista come Julien Temple.

Rossana Morriello

Condividi