SUFFOCATION A BOLOGNA – IL REPORT
Suffocation
+ Angelmaker + Fuming Mouth + Carcosa + Mélancolia
10 Marzo 2025
Locomotiv Club – Bologna
Report di Daniele Follero
Foto di Rudy Filippini
Ci si chiede spesso dove siano i ventenni ai concerti metal. E c’è anche chi azzarda ipotizzare che i giovani non ascoltino più certa musica. A chi la pensa così, per ricredersi, sarebbe bastato essere al Locomotiv in occasione del ritorno a Bologna dei Suffocation, per l’unica data italiana a supporto dell’ultimo album Hymns from the Apokrypha, il primo con Ricky Myers alla voce. Oltre ad essere tra i fondatori del brutal death metal nei primi anni ’90, la band statunitense ha cambiato pelle nel nuovo millennio, trasformandosi in uno dei punti di riferimento più importanti della scena deathcore e slamming death metal, generi decisamente legati alle nuove generazioni e non sempre ben digeriti dai “difensori della fede”. Non è un caso, quindi, che rispetto a un concerto degli Obituary, band coeva ma decisamente più tradizionalista nel corso della sua lunga vita, il pubblico fosse completamente diverso e gremito di giovani. A ciò si aggiunga la decisione dei Suffocation di dividere il palco con band molto amate dai giovani metallari come gli Angelmaker.
Il settetto canadese rappresenta il cambiamento più radicale rispetto alla tradizione, sia musicalmente che come impatto visivo. Due cantanti, tre chitarre a sette corde, il combo di North Vancouver ha un immagine che ricorda più un mix tra una crew hip hop e un gruppo hardcore che una band death metal. E lo stesso vale per i loro fan, tatuati fino al collo, ma quasi del tutto privi di orpelli. E’ un metal senza borchie, quello degli Angelmaker, ma è devastante. E porta freschezza a un ambiente che talvolta pecca di conservatorismo autoreferenziale. Basta un’ora a cancellare, letteralmente, le band che li hanno preceduti, decisamente meno interessanti, con il rischio di mettere in ombra perfino i Suffocation. Pericolo scampato, ché gli headliner, guidati dall’unico membro rimasto della prima, storica, formazione, Terrance Hobbs, dimostrano di meritare la posizione occupata con una performance fulminante, che non lascia momenti di tregua. Myers ha il growl adatto e la presenza scenica di un gigante, la batteria di Eric Morotti e il basso di Derek Boyer, il membro più longevo dopo Hobbs, formano una sezione ritmica che supporta alla perfezione i due chitarristi, con un sound così potente da far apparire gracilino perfino l’inquietante muro di chitarre degli Angelmaker.
Con un repertorio vastissimo a cui attingere, i Suffocation non fanno tante differenze tra passato e presente, accostando brani storici come Thrones of Blood, Effigy of the Forgotten e Bleeding the Spawn a materiale degli anni 2000 (Funeral Inception, Clarity Through Deprivation, Entrails of You) e lasciando al nuovo album solo lo spazio di quattro pezzi.
Dopo sei ore di metal estremo e relativo pogo, anche uno schiacciasassi chiederebbe pietà. Ma il pubblico che affolla il Locomotiv ha la forza di urlare ancora “One more!” Prima di rassegnarsi al riposo.
Setlist:
Thrones of Blood
Seraphim Enslavement
Effigy of the Forgotten
Dim Veil of Obscurity
Entrails of You
Hymns From the Apocrypha
Funeral Inception
Pierced From Within
Catatonia
Clarity Through Deprivation
Perpetual Deception
Liege of Inveracity
Infecting the Crypts