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STONE TEMPLE PILOTS

Live 2018 Rhino 

Gli anni novanta! Troppo desolati e furenti per evitare lunghe scie di sofferenza. Stone Temple Pilots, Alice In Chains, Soundgarden e Nirvana sono stati il megafono dolente di un disagio impossibile da inghiottire. Una generazione che ha cercato nella musica una redenzione, più che una salvezza. Qualcuno ci è riuscito ma sono in molti a non avercela fatta. Gli Stone Temple Pilots, da San Diego, sono stati spesso guardati con sospetto dalla scena grunge. La loro era una musica capace di mischiare hard rock a elementi pop più convenzionali (basta ascoltare Vasoline e Pretty Penny per percorrere un intero orizzonte sonoro ed espressivo). Scioglimenti, riavvicinamenti, side-project e inevitabili cattive frequentazioni hanno portato alla morte dell’enigmatico frontman Scott Weiland alla fine del 2015. Overdose di tutto: pillole, medicine e droga. Aveva quasi cinquant’anni. Andare avanti, per il resto della band, è sembrata la cosa più ovvia. E poco importa che la lunghissima ricerca di un frontman sia terminata con un concorrente di X-Factor. Forse sono solo i tempi che cambiano, se pensiamo all’Eddie Vedder benzinaio di quarant’anni fa. La voglia di ripartire ha portato ad un nuovo album con Jeff Gutt in pianta stabile, uscito proprio pochi mesi fa. A giorni inizierà un nuovo tour mondiale e ora, per il Record Store Day, Rhino ci regala un live registrato quest’anno in vinile rosso e a tiratura limitata. Impossibile non cercare il confronto tra le voci (Weiland resta ovviamente irraggiungibile), ma risentire Wicked Garden e Plush crea strani ronzii emotivi. In coda tre brani in versione acustica con un’ultima occasione per ascoltare Interstate Love Song. Come tutti i viaggi del tempo qualcosa al ritorno non coincide perfettamente. Sta a noi decidere in quale mondo vivere. STRANI RICORDI DEL PASSATO. Paolo Dordi

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