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STEFANO BOLLANI

Napoli Trip | Decca

Niente acido, siamo seri! La musica basta e avanza per far viaggiare la fantasia e un musicista estroso ed eclettico come Bollani non poteva davvero limitarsi al solito giro in carrozzella con vista sul Golfo.

Certo, le suggestioni offerte dalla città e dalla sua storia musicale erano troppo ricche e forti per non spingerlo a trafficare con un bel pacchetto di spartiti del passato più o meno recente, ma tra le sue dita quelle pagine sono giusto diventate il migliore dei pretesti per liberare la sua incontenibile e contagiosa smania di divertirsi.

Perché ovviamente il solo ruolo di direttore musicale di questo progetto partenopeo non poteva che andargli stretto. Lui è piuttosto un animatore, un istigatore e un ottimizzatore delle molteplici qualità che la folta e composita pattuglia di musicisti raccolta per la circostanza poteva mettergli a disposizione, tant’è che anche quando trova il modo di ritagliarsi degli spazi tutti per sé (Putesse essere allero, ‘O sole mio, Caravan Petrol) la creatività prende sempre il sopravvento sulla calligrafia.

E sulla pura e semplice oleografia. Ascoltare al riguardo quel che in combutta con Daniele Sepe e Nico Gori ha combinato in Maschere, Il valzer del cocciolone e Lo choro di Napoli, ossia declinare jazz su paradigmi melodici che rimandano a siparietti di varietà popolare. O quel che è scaturito dall’incontro con il dj norvegese Jan Bang e ancora dalla collaborazione con il brasiliano Hamilton De Holanda in un classicissimo come Reginella.

‘Nu babà!

Elio Bussolino  

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