
SQÜRL (Jim Jarmusch & Carter Logan)
Milano, Triennale 1 Febbraio
‘Una rock band entusiasticamente marginale di New York City a cui piacciono i grandi tamburi e le chitarre distorte, i registratori a cassette, i loop, i feedback, le canzoni country tristi, il nucleo di stoner fuso, l’hip-hop tritato e fottuto e le colonne sonore immaginarie.’
Tutto nasce nel 2009, quando i due grandi amici registrano la musica originale per The Limits of Control (scritto e diretto da Jim) dai quali emergono degli strumentali rock psichedelici molto interessanti, di sfondo ai paesaggi spagnoli del lungometraggio. La psichedelia prende il sopravvento e il progetto si incarna nel nome SQÜRL. Con il Cannes Soundtrack Award per Solo gli Amanti Sopravvivono (2013, sempre scritto e diretto da Jim) i suoni antichi si fondono col moderno (con la collaborazione del liutista olandese Jozef Van Wissem). Detroit e Tangeri spingono le sonorità fuori dai confini cinematografici, inaugurando quell’espansione cerebro-musicale oggi raggiunta.
Con la serie di composizioni agganciate all’immaginario surrealista di Man Ray (Emmanuel Radnitzky) inizia la nuova esplorazione ai confini della realtà. Le opere del leggendario fotografo, pittore e produttore, sono state fatte rivivere dagli SQÜRL nella cornice ideale della Triennale (che 15 anni fa accolse Lynch per una magnifica masterclass ‘metafisica’). Partiture semi-improvvisate con sintetizzatori, chitarre e loop, a cavallo tra sperimental, ambient e drone. E ben quattro film di Man Ray selezionati per il set: L’Etoile De Mer (1928), Emak Bakia (1926), Retour a la Raison (1923) e Les Mysteres Du Chateau Du De (1929).
La batteria di Carter ad accelerare l’enfasi ritmica del girato camera-a-mano, i loop estesi di Jim a perdersi e farci perdere l’equilibrio attraverso gli onirici giochi di luce del visionario dadaista. Gli SQÜRL accompagnano, si accodano, pungolano e stimolano la visione senza mai sostituirsi all’esperienza visiva, semmai andando a riempire gli spazi di 4 opere fondamentali per l’epopea del cinema sperimentale. Per ‘Retour a la Raison’ è il corpo magnifico di Kiki de Montparnasse a incorniciare 3 minuti di sodalizio fumoso, radiografico e notturno. Per L’Etoile De Mer la bellezza femminile si sovrappone alla bellezza ideale e geometrica di una stella marina. E così via in un gorgoglio di onirismo musicale sovrimpresso nel dna degli autori, in un lasso di tempo secolare mai così vicino al cuore delle vibrazioni nascoste dell’animo umano. Con poco si riusciva a fare tanto, con tanto Jim Jarmusch & Carter Logan sono penetrati a fondo nell’immaginario fondativo di un’era e ce lo hanno tradotto. Samuel Chamey