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SLABDRAGGER

((OHHMS)) – Meadows – Old Man Lizard

Londra, The Black Heart | 22 Agosto

Questa serata dedicata quasi totalmente al doom made in UK parte con gli Old Man Lizard, trio capitanato da Jack Newnham nel ruolo di bassista e cantante, che questa sera si distingue in modo particolarmente esemplare, ricoprendo anche il ruolo di batterista sia per i Meadows che per gli headliner, i super-loud Slabdragger. L’energia al nostro non manca, la sua forza propellente definisce un set ricco di tecnicità avanzata, abbondanza di stacchi, cambi di velocità e un’atmosfera sludge che incanta tutti i presenti. Con i Meadows e la loro “rural misery” si passa in un territorio più oscuro, con grande sfoggio di riff trascinati, assoli atonali e sfumature più tormentate e profonde. Il loro set è il preludio perfetto al caos totale dei connazionali ((OHHMS)). Con un Paul Waller carico a mille, il palco diventa un vero campo di battaglia tra i ritmi forsennati del loro ultimo album Cold uscito in giugno di quest’anno. Le atmosfere incontaminate e gli attacchi post metal devastanti scuotono inesorabilmente il pubblico, totalmente inebriato e al contempo surriscaldato da tanta linfa vitale. La band si dimostra all’altezza di palchi più grandi, soprattutto per consentire al frontman di esprimere al meglio il suo impeto. La torcia viene passata ai connazionali Slabdragger: protagonisti nella scena doom dal 2008, gli Slabdragger hanno passato la prova Temples Fest a pieni voti. Il connubio dei vocalizzi cavernosi e profondi di Yusuf Tary e Sam Thredder sono il punto di forza di questa band che merita rispetto. La sezione ritmica martellante delle sequenze del loro album Regression rallenta il tiro per diventare a tratti catacombale. Il tutto diventa piacevolmente intossicante; la venue raggiunge la capacità massima a conferma che il loro set potrebbe durare anche diverse ore.

Fabiola Santini (testo e foto)

 

 

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