SIGNS OF THE SWARM A BOLOGNA
Signs of the Swarm + Terminal Sleep + Dedalus Project + Ocean Goddess
30 Giugno 2025
Alchemica Music Club – Bologna
A cura di Daniele Follero
Foto di Rudy Filippini
Assistere ad un concerto brutal deathcore il 30 giugno di un inizio estate torrido come non mai, al chiuso, con più di 30 gradi all’ombra, senza rinunciare né alle continue corse folli attorno allo snakepit, né al pogo? Fatto! I coraggiosi, impavidi avventori, arrivati all’Alchemica per l’unica data italiana degli statunitensi Signs of the Swarm, potranno vantare un nuovo record: aver resistito a temperature disumane.
Un azzardo organizzare un concerto in queste condizioni. All’Alchemica va il merito di averci provato, portando a Bologna, non proprio la patria italiana del deathcore, una delle band più controverse della scena. Brutali, freddi, disumani, i Signs of the Swarm rappresentano attualmente l’ala più radicale di un genere che, grazie al successo di band come i Lorna Shore e l’interesse di grandi label come la Century Media, sembra stia vivendo una seconda giovinezza.
I più audaci hanno la forza di arrivare prima delle 20 per sostenere gli italiani Ocean Goddess e Dedalus Project, prolungando di più di un’ora il tour de force. Ma è degli australiani Terminal Sleep il compito di “scaldare” davvero l’atmosfera. E la band di Melbourne si rivela una piacevolissima sorpresa. Una furia metallic hardcore guidata dalla carismatica urlatrice Bec Thorwesten che, incurante del sudore che le scorre copioso come fosse appena uscita dalla doccia, si muove sul piccolo palco come una tigre inferocita in gabbia, incitando il pubblico a fare lo stesso. Il quintetto, con all’attivo due EP e vari singoli, regala al pubblico sette brani fulminanti. Tired and True, Spineless, They Circle Below, Life Guilt, si alternano senza soluzione di continuità e poche, pochissime parole, fino alla conclusiva, devastante Death Therapy.

Il tempo di prendere una boccata d’aria (nonostante in sala siano presenti diversi condizionatori, all’aperto sembra di essere su una spiaggia dei Caraibi) e dal palco spariscono gli amplificatori, mentre accanto alla batteria compare una MacBook. I Signs of the Swarm fanno il loro ingresso sotto una luce rossa che risalta solo i contorni dei quattro musicisti. L’impatto è forte, come prevedibile, benchè il tipico sound del gruppo risulti un po’ ridimensionato, dal vivo, evidenziando qualche limite. Il profondo e inquietante growl di Dave Simonich, in particolare, sembra soffrire l’aggressività sonora di chitarra e basso, diventando quasi incomprensibile, in alcuni punti.
In un’ora scarsa di performance (ma si poteva chiedere di più?) la scaletta della band di Pittsburgh, ormai stabilizzatasi, dal 2021 su una formazione a quattro che comprende, oltre a Simonich, il chitarrista Carl Schulz, Bobby Crow alla batteria e Michael Cassese al basso, lascia molto spazio al nuovo corso, soprattutto all’album Amongst the Low and Empty e agli ultimi singoli HELLMUSTFEARME e IWONTLETYOUDIE, in attesa dell’uscita, prevista ad Agosto del secondo full length per la Century Media, To Rid Myself of Truth. Tra il pubblico, molto giovane e, fortunatamente, non troppo numeroso (con relativo spazio vitale garantito) c’è chi, indefesso, continua a pogare, correre attorno allo snakepit, talvolta cimentandosi in improbabili stage diving, fino al micidiale finale, segnato da uno dei brani più apprezzati dei Signs of the Swarm, la Title Track dell’album Amongst the Low and Empty. C’è ancora il tempo di un bis con Pernicious, singolo che nel 2020 aveva anticipato l’uscita dell’ottimo Absolvere. L’ultima dimostrazione di forza del quartetto prima di lasciare definitivamente il palco. L’uscita dal locale è catartica. In definitiva, però, sommando costi (il caldo) e benefici (la musica), il bilancio è piuttosto positivo. Lo sciame deathcore ha lasciato i suoi segni.
Setlist:
IWONTLETYOUDIE
Tower of Torsos
Borrowed Time
HELLMUSTFEARME
Natural Selection
Scars Upon Scars
DREAMKILLER
Death Whistle
Malady
Amongst the Low & Empty
Pernicious