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SAMARIS

| Circolo degli Artisti | Roma |31 maggio 2014

In un fresco sabato d’inizio estate il Circolo degli Artisti ospita sul suo palco i Samaris, trio islandese di cui molto si è parlato dopo l’omonimo album d’esordio: il prezzo del biglietto è popolare e l’occasione rara per vederli dal vivo, almeno a Roma.

Alle 23:30 i tre salgono sul palco: i primi 4 pezzi provengono tutti dal nuovo disco Silkidrangar (appena pubblicato per One little indian) e segnano l’affermazione dell’elettronica nel suono della band, che da corollario alla (bella) voce, al clarinetto e ai testi (ripresi da poemi classici islandesi), diventa struttura portante, ben ordita da un Pórður Kári Steinpórsson inchiodato dietro il laptop.

Siamo, per intendersi, dalle parti della connazionale Björk: Jófríður Ákadóttir la evoca perfino nel suo vestire un abitino tutto pelo, di quelli così cari al folletto islandese da averne fatta diventare a suo tempo un’icona del look. Il vestito di scena è stravagante anche per  Áslaug Rún Magnúsdóttir, il cui clarinetto regala note struggenti durante l’esecuzione della notissima Góða Tungl.

Insomma, i Samaris studiano da next big thing islandese ed è un peccato vederli salutare dopo soli 45 minuti di concerto ed aver regalato al pubblico un solo bis.

La speranza è che confermino le promesse, magari tornando per un concerto che preveda l’intero materiale finora inciso.

Roberto Esposti (testo e foto)

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