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R.E.M. Living inside.

Quello che Out Of Time dice della nostra adolescenza. Rimozioni incluse 

Appuntava David Foster Wallace che gli scrittori terrebbero a una concezione di loro stessi «come testimoni.» Una razza di guardoni, i tizi sulla metropolitana con gli occhi indifferenti che mettono i brividi. Gente non troppo dissimile da chi rallenta sull’autostrada e fissa a bocca aperta l’immancabile incidente tra lamiere accartocciate e colonne di fumo. Al pari, perderebbero un mucchio di tempo a riflettere sull’impressione che fanno agli altri, quale immagine restituiscono e se casomai abbiano sul serio un lembo di camicia che spunta dalla cerniera dei pantaloni. Ammesso questo sia sensato – e data la fonte tendiamo a non dubitarne – è probabile la definizione calzi a pennello anche per un discreto numero di musicisti. Out of Time, il settimo album in studio della band statunitense R.E.M., è stato messo in commercio a metà marzo del 1991. Da qui le celebrazioni per il trentennale…Su Rockerilla Marzo l’articolo di Gabriele Merlini

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