PROPHECY FEST
Balve (DE) | 19 settembre |
La grande e suggestiva grotta di Balve (Germania) era la migliore location che gli organizzatori del nuovissimo Prophecy Fest avrebbero potuto scegliere. L’incanto di questo teatro naturale ha senza dubbio apportato un fascino speciale ad un evento non propriamente metal. Una delle band più attese erano gli svedesi Lifelover, che celebravano il decimo anniversario dalla fondazione, anche in memoria del chitarrista Jonas scomparso nel 2011. Inoperosi dalla data della tragedia, il fascino della loro musica abrasiva e depressiva è ancora vivo tra un pubblico ben predisposto a godersi lo spettacolo. Il loro concerto è stato apprezzatissimo e al termine della loro performance è scattata la gara all’acquisto del loro merchandising. Gli americani Amber Asylum non hanno deluso e il loro dark ambient/gothic rock dal suono, molto potente e profondo si è rivelato perfetto per l’acustica naturale della grotta. Hanno certamente impressionato con il gran coro al loro seguito i Camerata di Mediolanense che hanno presentato un repertorio ricco di passaggi emozionanti e momenti preziosi grazie anche a tamburi e voci individuali da brividi. E sono stati più che meritati gli applausi che hanno scandito la fine di ogni loro pezzo. Ultimamente si è molto parlato di Darkher, ovvero Jayn H. Weissenberg, una cantante unica con una voce molto suggestiva. Un mix sui generis di folk, pop e rock psichedelico conferisce alla musica dell’artista un’aura davvero special; costellata di parti melodiche e di momenti più potenti ed oscuri, l’atmosfera esoterica e spirituale di Darkher rappresenta un’esperienza tutta da godere. L’unicità di questo festival, organizzato dall’etichetta Propehcy Productions ha il pregio di non costruire una scaletta intorno a degli headliner. Come dice il promoter, ciò che conta è che “tutte le bande abbiano il loro posto in questa notte speciale e tutti gli spettacoli saranno unici ed irripetibili”. E così è stato. All’interno di tale linea, la fascia più “pesante” della serata era rappresentata, oltre che dai Vemod, dagli Empyrium, che non si poteva far a meno di considerare come headliner. In risposta alle altissime aspettative, la band ha offerto un’approfondimento dei grandi e seminali primi due album, con pezzi come A Wintersunset …, Songs Of Moors and Misty Fields, ma hanno anche sfoggiato il loro sound più moderno e neofolk con The Turn Of TheTides. Il loro concerto è stato un grande spettacolo, con sei persone su di un vasto palco circondato da uno scenario mozzafiato, a dare l’anima su ogni singola nota. Abbiamo ascoltato ogni loro sfumatura, dal doom degli inizi al rock melodico al folk durante un viaggio sonoro molto speciale. Semplicemente magici! Purtroppo per i finlandesi Tenhi, il concerto inizia male, con problemi tecnici ed un sound troppo esile. In ogni caso il loro strano intruglio di neofolk minimalista a me risulta completamente soporifero, mentre il pubblico pare totalmente ipnotizzato da questa loro rara performance. Non mi perdo quella che è per me la ciliegina sulla torta di questa prima edizione, una band che vidi per la prima volta all’Inferno Festival: i Vemod. Già durante una performance live “normale” mi avevano esaltato ed ero eccitato come un bambino quando li vidi poi esibirsi all’interno di un solenne mausoleo: ero pertanto emozionato da questa occasione unica di vederli suonare nell’incredibile scenario di una grotta. Pensavo che la possente mistica ed il fantastico metal non etichettabile dei Vemod avrebbe fatto vibrare d’emozione i fans, ma alla fine il pubblico è stato sorprendentemente poco reattivo. In ogni caso, la voce di Azazil, raggiungendo note altissime come pochi cantanti possono permettersi di fare, mi ha fatto rizzare tutti i peli del corpo! Un rituale live che, tuttavia, si è concentrato sul lato più “soft” della loro atmosfera mistica, a mio avviso un errore, soprattutto quando Asli ha finalmente imbracciato la sua chitarra per sprigionare quei riff così brutali e selvaggi, accompagnati da movimenti a scatti, come fosse posseduto da forze aliene. Insieme agli Empyrium, certamente la migliore esibizione del festival. Alla fine dei conti è stato un evento in cui il metallo non era per nulla protagonista, con melodia, atmosfere folk ed avanguardia a farla da padrone. La Prophecy ha già annunciato che la seconda edizione si terrà alla fine di luglio – e questa volta avrà la durata di due giorni – e con gruppi come Alcest, Antimatter, Arcturus, Dornenreich, Lantlôs, The Vision Bleak, Vemod, Empyrium, Falkenbach, Betlehem c’è da attendersi un gran festival. Considerata la buona organizzazione e lo scenario naturale incredibile cosa si può chiedere di più? Al prossimo anno!
Testo di Sergio & Iñaki Pinhead (Traduzione Mystery Flame)
ph Iñaki Shoot Em All Photography http://shootemallphotography.net