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Paradise Lost

Decisamente in forma nonostante tre decadi di carriera alle spalle, i Paradise Lost ritornano nei circuiti live in occasione del tour a supporto del loro quindicesimo album in studio Medusa, uscito su Nuclear Blast Records a settembre. La formazione anglosassone si mette in marcia con un pacchetto live appetibile, a cominciare dai portoghesi Sinistro che, con il loro doom funereo e trascinato, preparano l’ambience giusta per il pubblico. La frontwoman Patrícia Andrade ha una voce calda e sensuale che a tratti diventa particolarmente tagliente, in modo da trafiggere gli animi con emozioni decise e contrastanti, scavando nelle pieghe delle sofferenze dei destini avversi. Il loro sound ama dispiegarsi su distanze molto lunghe, consentendo di esplorare saliscendi emotivi alternandoli a cavalcate più rabbiose e spunti più cadenzati. Da non perdere il loro terzo album Sangue Cássia in arrivo sui mercati europei il prossimo 5 gennaio. La band che segue ritorna sul suolo londinese con tanto di fervido benvenuto: si tratta degli americani Pallbearer compagni di etichetta degli headliner che, con il loro terzo album Heartless uscito lo scorso marzo, si sono imposti in pompa magna con un doom tellurico e singolare che li identifica come una delle band oltre oceano più rappresentative del genere. La voce del chitarrista Brett Campbell è il punto di forza del loro sound con assalti vocali estremi decisamente ben riusciti: la title-track dell’ultimo album è semplicemente divina nella sua struttura potentosa, i vocalizzi del nostro si sposano alla perfezioni con i suoi riff tecnici e complessi. Dancing In Madness scuote le fondamenta dell’universo tipicamente doom, con aumenti di velocità e spessori diversificati. Non stupisce affatto l’entusiasmo unanime del pubblico che consente ai Pallberer di raccogliere l’ennesimo successo fuori casa. L’umore è visibilmente alle stelle: con il posizionamento del giovanissimo batterista Waltteri Väyrynen, che milita in formazione da pochissimo e l’arrivo sul palco dello squadrone, partono i primi accordi di From the Gallows una delle tracce portanti di Medusa lanciata in tutta la sua struttura accattivante grazie al magic touch alla chitarra del mitico Greg Mackintosh. Il set list continua tra i sentieri avversi di Tragic Idol e One Second per culminare nell’idilliaca Enchantment, cavallo di battaglia del loro indimenticabile album Draconian Times. I riff rocciosi dal tono lugubre e epico raggiungono l’apice in Erased che scatena come di consueto, un vero e proprio ardore collettivo. Il tocco elegante delle voce del frontman Nick Holmes risalta in An Eternity Of Lies per acquistare ancora più spessore in As I die. L’encore con Say Just Words manda tutti a casa con un gran sorriso, ancora una volta i Paradise Lost si sono confermati come una delle realtà live made in UK di maggior rilievo. Sono in molti a partire per Leeds l’indomani per assistere nuovamente alla loro performance al noto festival di metal estremo Damnation, dove Holmes e Mackintosh si sono esibiti rispettivamente anche con Bloodbath e Vallenfyre.

Fabiola Santini (testo e foto)

Paradise Lost + Pallbearer + Sinistro

Londra | 3 novembre | Electric Ballroom

 

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