PAIN OF SALVATION AL LOCOMOTIV: IL REPORT
Pain of Salvation
24 Settembre 2024
Locomotiv Club – Bologna
E’ raro assistere ad un concerto metal al Locomotiv ché solitamente, a Bologna, ad ospitare il metallo pesante sono altre location. Ma è pur vero che i Pain of Salvation, sebbene appartengano di diritto all’universo hard & heavy, si distinguono, così come il pubblico che li segue, per un approccio estremamente crossover. Di conseguenza, si ha l’impressione di trovarsi in un limbo, dove conta più l’attenzione che il coinvolgimento fisico; dove si alzano le corna in segno di apprezzamento, come si usa tra metallari, ma non si poga.
La capacità della band svedese di alternare atmosfere distese e melodie carezzevoli a complesse sfuriate guidate da pesanti riff poliritmici, marchio di fabbrica del suo particolare modo di intendere il progressive, dal vivo sembra trovare la sua dimensione ideale, grazie anche ad una qualità dei musicisti indiscutibile. Il virtuosismo del gruppo, però, si mantiene sempre sobrio, senza mai cadere nel tecnicismo fine a sé stesso di noiosi assolo chilometrici.
A quattro anni dall’uscita di Panther, i Pain of Salvation sono tornati in Italia con tre date (Roma, Bologna e Milano) per presentare l’album con l’ormai solito, per i dischi usciti attorno al 2020, effetto delay del Covid. E, probabilmente, avrebbero meritato una location più capiente, sebbene l’ambiente raccolto di un Locomotiv stracolmo abbia giovato alla performance. Daniel Gildenlöw è perfettamente a suo agio con il pubblico, dialoga, scambia battute con la platea e si permette la confidenza di interrompere un brano perché “lo aveva perso”. La scaletta è interamente concentrata su quattro album (The Perfect Element part 1, Remedy Lane e gli ultimi due lavori in studio, In the Passing Light of Day e, naturalmente Panther) e parte subito forte con il ritmo sincopato di Accelerator e Reasons, il volto più duro della band. L’atmosfera cambia decisamente tono con Wait, il primo di tanti momenti introspettivi e quasi eterei di una performance generosa e molto intensa, che raggiunge nella mezz’ora finale il suo apice con brani lunghi e di ampio respiro come On a Tuesday, Icon, The Perfect Element e The Passing Light of Day (questi ultimi due suonati come bis). Ed è proprio sul finale che Daniel, con il sorriso stampato in faccia e una simpatica maglietta di Jailbreak degli AC/DC, si interrompe e chiede al pubblico se può rifare l’ultimo brano dal principio. La risposta dei presenti, che sarebbero rimasti lì ad libitum, è scontata. La band esce e rientra di nuovo, riavvolgendo il nastro e restituendo una versione di The Passing Light of Day da brividi, dando un senso a quello che si prospettava un ordinario martedì di fine settembre.
Live Report di Daniele Follero
Foto di Rudy Filippini
Setlist:
Accelerator
Reasons
Meaningless
Wait
Used
Beyond the Pale
Panther
Restless Boy
On a Tuesday
Icon
Encore:
Falling
The Perfect Element
Encore 2:
The Passing Light of Day