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NEWDAD A MILANO – REPORT E FOTO

NewDad

09/10/2025

Arci Bellezza- Milano

Testo a cura di Giancarlo Costamagna e foto di Niska Tognon

I rising star gallesi di Galway, NewDad, illuminano la metropoli milanese con un’esclusiva tappa italiana all’Arci Bellezza. Il concerto si inserisce nel loro tour europeo, un viaggio sonoro che li sta portando a conquistare il cuore di platee sempre più vaste. Reduci dal clamore riscosso martedì 7/10 a Berlino, e con Zurigo all’orizzonte il 10/10, i NewDad hanno scelto di aggiungere questa unica data italiana (9/10), trasformandola in un appuntamento imperdibile. L’Arci Bellezza, con la sua atmosfera intima e confortevole, è pronta ad accogliere le atmosfere sognanti e le chitarre distorte che vibrano nel loro sound.
L’attesa è palpabile, la curiosità cresce. La serata è quella di un tiepido autunno ed il concerto è sold out, anche intuibile grazie alla potenza ammaliante del loro secondo album Altar, uscito a metà settembre la cui recensione è presente sul numero di ottobre del nostro magazine. La popolarità della formazione, artefice irresistibile di un-rock sognante ed umbratile, denso di riverberi infiniti e malinconici tintinni very Cure, è in costante ascesa.

ph. Niska Tognon

Mancano pochi muniti alle 22 e senza alcun support act, la band sale sul palco: Julie con frangetta morbida, canotta a fiori e kilt scozzese black and white è radiosa, i suoi compagni in forma eccellente. Il live set che inizia diradando ombre tenebrose tra le note narcolettiche di Other Side è principalmente incentrato sul nuovo lp Altar da cui i quattro estraggono nove tracce, a cui aggiungono
qualcosa dal debutto Madra per poi lasciare spazio ad una delle stelle più intriganti del vecchio repertorio costituito da Blue dove questa sera le chitarre di Julie Dawson dialogano con quelle di Sean O’Dowd in uno stato di trance catartica senza fine. La voce incantevole e le movenze felpate di miss Dawson sono chiaramente i punti focali on stage. E’ dannatamente magnetica ed espansiva, il pubblico risponde, ondeggia ipnoticamente in prima fila ed è tutto con lei. L’intricata sequenza iniziale dominata da un basso penetrante in bella evidenza (curato egregiamente dalla touring bassist Marie Freiss) che annovera Heavyweight, Entertainer e Sicky Sweet esalta la raggiunta maturazione compositiva del gruppo. Fanno seguito le tenebrose Pretty, Nightmares e Let go, che stregano gli astanti tra chitarre ansiose e bassi gotici dal respiro ansimante. Più avanti è la volta di Eveything I wanted, che, oscillante tra morbido shoegaze e nostalgie dream wave, mette in bella mostra un ritornello memorabile, che si pianta in testa senza più abbandonarti. I presenti sono in estasi e le perfette dinamiche tra i quattro on stage amplificano il potenziale comunicativo senza sminuirne la coerenza espositiva. Julie ci ringrazia ripetutamente promettendo di tornare preso e c’è qualcosa nell’intensità e nell’intimità del suo agire che strega nel profondo.

Dal vivo i NewDad sono animali completamente diversi ed i brani appaiono tutti molto più gagliardi ed articolati rispetto alle versioni su disco. La capacità dei quattro musicisti di alternare ingegnosamente ballate introspettive ad istanti concitati è fenomenale. Più avanti la dolcezza agonizzante dispensata da Misery e la contagiosa sensualità a cui s’affida il primo bis Angel sostanziano la traiettoria ascendente di questa esibizione. Un crescendo esponenziale che raggiunge l’apoteosi durante l’incendiario encore conclusivo Roobosh. Qui il gruppo si scatena e risplende con speciale e vigoroso carisma. La canzone esplode grazie ad una linea di basso pulsante e chitarre circolari sferzate dal ritmo di batteria martellante sparato da Fiachra Parslow con corona vocale di Julie violentemente contagiosa. Un finale incandescente che ha rappresentato la perfetta chiusura del cerchio. L’aria all’uscita intorno a noi è densa e davvero ogni fotogramma di questo live set risulta difficile da cancellare. Impossibile chiedere di più.

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