Top

MUSE: il report del live di Milano

TIME IS RUNNING OUT..NOT FOR MUSE

Possiamo stare qui a raccontarci quanto siano ‘fastidiosi’ gli ultimi Muse, così nerd, coloratissimi, 80s, stranger thingse superpop (sarà per questo che sugli spalti milanesi girano i dirimpettai colonizzatori del Barbie pensiero muniti di zucchero filato, dal borghetti alla dolcificazione pinky). Possono legittimamente non piacerci più (nel 2009 ne incensavamo presente e orizzonte con una mega-intervista sul numero di Settembre) eppure dal vivo non ce n’è per nessuno. Imbattibili. Anticipati dalla support Royal Blood (da approfondire, con già 3 album all’attivo e uno nuovo in arrivo), l’attesa si fa transizione popolare all’atto più reazionario che esista: cantare a squarciagola agitando mani e piedi in un corpo in fibrillazione. Chi più di qualsiasi altra band al mondo (OGGI) investe una quantità esagerata di money nello show? E nel farlo ne esalta la multidimensionalità, lo scheletro della band e il carisma del cantante? Solo i Muse. Il controllo luci e videowall in perfetta sincronia, i lanciafiamme che ‘suonano’ tanto Rammstein, le due figure mobili giganti alle spalle della band (tanto Iron Maiden) e anticapitalismo mascherato alla Muse. Tutto lascia pensare sia il caso di abbandonare i pregiudizi e lasciarsi travolgere da un’ondata di scariche elettriche ‘cinematografiche’. Showbiz è il grande assente, ma d’altronde non si adatta ai nuovi scenari apocalittici che da tempo il trio (+1 tastiere/percussioni/vocal) ha plasmato sugli orizzonti. E’ tutto un grande meta-sogno orwelliano, non riusciamo a identificarci a pieno titolo nei rivoluzionari ma ne sosteniamo il bailamme per una giusta causa: non allinearsi mai e sfondare le porte del reame-fake in cui viviamo, aggrappandoci alla molteplicità di hit (a cui trasferire i nostri fendenti reazionari). La ribellione si amplifica anche in senso stretto nel non volersi ergere a paladini di giustizia, nel non voler a tutti costi mostrare il proprio intimo vissuto angoscioso che fa tanto leva marketing da personal musical branding. Matt Bellamy, Chris Wolstenholme e Dominic Howard non si negano ma avanzano con tutto il loro corollario massiccio lasciando siano i temi scottanti a bruciare nell’aria. Il mondo va a rotoli per tutti quanti, tanto vale spiaccicarcelo in faccia senza tante esitazioni. Il sold-out e la scaletta dimostrano chi avesse ragione. Nel 2023, in Italia, i Muse sanno stare benissimo tra Blanco e i Måneskin (per fortuna). Samuel Chamey

Muse San Siro (MI) 22.07.2023

Scaletta:

Will of the People

Interlude + Hysteria

Drill Sergeant + Psycho

Map of the Problematique

Resistance

Won’t Stand Down

Kill or be Killed (Remix)

Compliance

Thought Contagion

Verona

Time Is Running Out

The 2nd Law: Isolated System

Undisclosed Desires

You Make Me Fee Like It’s Halloween

Madness

We Are Fucking Fucked

The Dark Side (Alternate Reality Version)

Supermassive Black Hole

Plug In Baby

Behold, the Glove + Uprising

Prelude + Starlight

Kill or Be Killed

Man with a Harmonica + Knights of Cydonia

Condividi