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MUSE

Absolution Tour all’ex defunto Mazda(e tante altre cose) Palace, anno 2003. Sono passati 16 anni da quello che fu uno dei primi concerti milanesi dei Muse e oggi come allora il suono e la potenza che fuoriesce da questi tre ex-ragazzetti è rimasto intatto. Inevitabile (oggi) ritrovarli massicciamente pomposi, circondati da effetti digitali oltremisura futuristici con quel tatto retrò che tanto piace a noi quasi/già 40enni. Perché è questo il Simulation Theory Tour 2019, l’elogio e la quintessenza degli 80’s che ci hanno visti crescere nella bambagia artistico-culturale. Così come non stupisce la presenza di un folto gruppo di festaioli in pogo perenne nella “simulazione” bootleg di pezzi storici della musica italiana (nel pre-live). La teoria della simulazione, comprendere l’umanità nel contesto del virtuale (oggi). Matthew e soci digitalizzano tutto, dal sound agli effetti, ballerini, aste, tute “robocop”, raggi laser e abbigliamento a metà tra Marty McFly e l’alieno dallo spazio. Il mostro gonfiabile ricorda l’Eddie degli Iron Maiden nella riproduzione vintage del fantoccio da palcoscenico, tutto il loro repertorio ricorda invece a noi quanto la band sia scenicamente insuperabile. Impeccabili in performance, cura del suono dell’esibizione e dei particolari e a questo giro anche in dettagli estetici di elevata fattura, frutto di un pensatoio sicuramente minuzioso. Scaletta più che dignitosa: Algorithm, Pressure, Drill Sergeant, Psycho, Break It to Me, Uprising, Propaganda, Plug In Baby, Pray, The Dark Side, Supermassive Black Hole, Thought Contagion, Hysteria, Bliss, The 2nd Law: Unsustainable, Dig Down, Madness, Mercy, Time Is Running Out, Take a Bow, Prelude, Starlight, Algorithm, Knights of Cydonia. Celebrazione autentica e “mixologia” di ere in naturale sovrapposizione. Complicato catalizzare l’attenzione sul nuovo che avanza per non sentirsi sussurrare “quando arriva la bella?”, loro ci riescono. Da sempre e per sempre. Perché? Tre ex-ragazzotti semplici, dediti al lavoro e al sacrificio, facce pulite facce vere da esseri umani. Capacità professionali con Matthew che dalla sua può elargire conoscenze tecniche da Bach ai Queen, oltre all’innata misura del saper cosa fare e quando farlo nel momento opportuno. Trascinano perché trasudano melodia, hard-rock, synthpop, cavalcate oniriche cinematografiche (e lo sappiamo quanto amino anche il nostro Sergio Leone) e belle arti. Persone di cultura che mettono l’anima e trattano la materia musica con maestria. I Muse? Questa cosa qui che i molti possono scordarsi, oggi come oggi.

Matteo Chamey

ph Luca Serino

Simulation Theory Tour 2019 – Milano Stadio S. Siro – 12-13/07/2019


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