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MAX RICHTER

Vivaldi – The Four Seasons (recomposed by)

Deutsche Grammophon

 

Un nuovo modo di comporre quello proposto dalla rinnovata Deutsche Grammophon, addirittura in vinile per i palati fini. Dopo Matthew Herbert alle prese con l’incompiuta X Sinfonia Mahleriana, ecco il neo minimalista Max Richter alle prese con uno dei brani più celebri di tutti i tempi. Iniziando con un insieme di ricordi elettroacustici, un collage emozionale che pare un révenant, lo spettro dei violini che danzano come risacca della memoria, immagini degli ospitali, Venezia barocca, risale come un pensiero. Riconoscibilissima seppure nuova, dominata dalla cadenza armonica che ne frena l’esuberanza spensierata della festa barocca. Max ripensa, ricompone, come suggerisce il titolo della serie neonata della DDG, l’opera di Vivaldi lasciandone intatto il pathos emozionale come solo Todd Rundgren e gli XTC seppero omaggiare, con dedizione sacra verso i Fab 4, la psichedelia. Max ha scritto che amò questa opera di Vivaldi da ragazzo sino all’ossessione e ora la vede trasfigurata, come la passione si smorza all’avanzare dell’età adulta verso uno spazio contemplativo di maggiore suggestione. Notevole il talento di Max sia come compositore sia come orchestratore: gli archi vibrano di spirito barocco ma al tempo stesso post moderno e post minimale (del resto i più acuti avevano sempre visto tanto barocco nel minimalismo…).Variazioni di un uomo adulto sui ricordi di Vivaldi vissuto da un bambino? Un’opera sensazionale.

Max Marchini

 

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