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MARLENE KUNTZ “Nella tua Luce”

Un totem imponente e ingombrante, un monumento a doti quali la severità e la coerenza che, almeno per definizione, dovrebbero essere estranee al rock. L’immagine che i Marlene Kuntz offrono di sé da che sono saliti alla ribalta del rock nazionale viene in buona sostanza riprofilata dalle undici tracce de Nella tua luce con la forza, la precisione e quel tanto di sicumera di chi sa bene di non dover temere altro confronto che quello con i suoi propri trascorsi.

E anche a tale riguardo i Marlene Kuntz possono nutrire la fondata certezza di risultare all’altezza delle loro opere più mature e significative, perché se da un canto la vena poetica di Cristiano Godano conferma di essere un cantiere sempre aperto al più ampio ventaglio di suggestioni – dall’Oscar Wilde che ha ispirato Il genio (L’importanza di essere Oscar Wilde) fino all’Alberto Fortis di Milano e Vincenzo, qui citato nei versi di Giacomo eremita –, dall’altro torna prepotente in primo piano l’intima vocazione sonica del gruppo, un connotato che negli ultimi lavori aveva forse dato l’impressione di essersi un po’ sbiadito.

A fare come da cerniera tra i primordiali istinti rock sfogati in quel paio di titoli (e ancora in Seduzione e Senza rete) e la compostezza autoriale di Catastrofe, Osja amore mio, La tua giornata magnifica e Solstizio spicca infine il sofisticato crossover electro-trance-folk del brano eponimo in apertura di selezioni, indizio illuminante di UNA RICERCA ESPRESSIVA INSAZIABILE E INESAURIBILE.

ph Simone Cargnoni

Elio Bussolino 

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