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MARK KNOPFLER


Privateering
  

Mercury/Universal

Evidentemente c’è sempre una prima volta, anche per gli artisti più amati della storia del rock: Mark Knopfler, mitico ex-leader dei Dire Straits e ormai artista solista più che affermato, arriva all’appuntamento con il fatidico doppio album quando ormai sono passati ben 35 anni dai suoi esordi. Nel suo caso, quello del tempo è un dolce peso, vista la varietà di generi e stili affrontati lungo le venti tracce, e soprattutto la felicità espressiva con cui queste vengono interpretate, da lui e dalla sua band. A 63 anni di ascolti e ispirazioni assortite, Knofpler ha riempito la sua tavolozza sonora con i colori più diversi: arrangiamenti elettrici ed acustici in ugual misura, protagonisti gli strumenti più diversi (chitarre e tastiere nel primo caso; violini, flauti, cornamuse e fisarmoniche nel secondo). C’è il leggendario pop/rock melanconico e sussurrato in stile Dire Straits, per la gioia dei vecchi fans; classico rock/blues, tirato e graffiante; country/folk levigato, dalle influenze ora irlandesi/scozzesi, ora americane; rimandi e omaggi dylaniani; ballate romantiche. Difficile estrapolare dal lotto soltanto un paio di pezzi: Privateering è infatti molto più di una mera collezione di singoli: si tratta di quei doppi album incisi con l’intento preciso e la volontà di condurre l’ascoltatore lungo un viaggio emotivo/sonoro senza che questi ne stravolga il fascino saltando avanti e indietro.

 Ariel Bertoldo


 

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