Lords Of The Land
Glasgow | 1 Aprile | Barrowland
L’edizione 2017 del festival di metal estremo scozzese Lords Of The Land ha generato un notevole entusiasmo collettivo sin dall’annuncio delle prime band. Il festival si tiene a Glasgow, tra le mura di uno dei locali più storici e longevi del Regno Unito, il noto Barrowland, situato poco lontano dalla stazione centrale e dall’aeroporto, il che consente la partecipazione non solo dei fan locali ma anche di quelli provenienti dal resto dell’Europa, desiderosi di non perdersi la carrellata di band del calibro dei Marduk, Mayhem, Dragged Into Sunlight, Primordial e naturalmente gli attesissimi Autopsy,. L’apertura dei cancelli prevista alle 11.30 inaugura questa giornata energizzante: il locale offre una serie di bar dove i fan si possono rifocillarsi, in puro stile scozzese, con abbondanza di birre e whiskey locali. Ci sono anche due sezioni merch dove è possibile acquistare, a prezzi particolarmente convenienti tshirt e felpe ufficiali, andate letteralmente a ruba tanto che gli organizzatori hanno predisposto una vendita successiva on line per far fronte alle numerose richieste (https://www.musicglue.com/lords-of-the-land/).
L’atmosfera del Barrowland è entusiasmante già dalla prima band, i Rotten Sound che, nonostante un certo ritardo sulla tabella di marcia, riescono a superare la prova di apripista a pieni voti. I Memoriam che seguono sono senza ombra di dubbio una delle band più attese dell’evento. Con un album di debutto del calibro di For The Fallen (Nuclear Blast) e dopo la brillante prova live alla scorsa edizione all’Eindhoven Metal Meeting (https://www.rockerilla.com/eindhoven-metal-meeting-8/), la formazione inglese capitanata dal leggendario Karl Willets (leggi anche Bolt Thrower) si dimostra pronta a conquistare altre platee, il pubblico reagisce unanimemente a tracce quali Corrupted System e alla cover di Spearhead dei Bolt Thrower eseguite brillantemente.
Gli Acid Reign non sono sugli stessi livelli, il pubblico sembra distratto, forse troppo ansioso per il set a seguire: si tratta dei famigerati Dragged Into Sunlight, in tour con il colosso black metal dei Mayhem che ancora una volta si conferma come una delle realtà di metal estremo anglosassone più di rilievo del momento. Tra gli abissi infernali di Volcanic Birth e di Buried With Leeches il loro set si trasforma in una realtà indistinguibile, il palco è allestito alla perfezione con il tradizionale candelabro piazzato nel centro, abbondanza di fumo e luci suffuse, una barriera impenetrabile tra il pubblico e i membri della band, che suonano incappucciati e rivolti verso il muro. I Venom Inc portando classici come la stellare Black Metal si confermano intramontabili, per il chitarrista Mantas gli anni sembrano non essere passati del tutto, il loro set è un remake dei loro indimenticabili esordi nel lontano 1979. Lo scettro per il set più esplosivo spetta agli svedesi Marduk sovrani indiscussi della giornata, lo squadrone di Norrköping festeggia il ventennale di Heaven Shall Burn… When We Are Gathered in grande stile. Tra gli attacchi inesorabili di Beyond The Grace Of God e gli assalti di The Black Tormentor Of Satan i Marduk dimostrano ancora una volta di essere una fonte inesauribile di maestria e forza maligna come vuole la tradizione black metal. L’arrivo sul palco di Alan Averill dei Primordial, che si unisce al plotone per una splendida versione di Accuser/Opposer, cementa l’apice raggiunto. Pochi minuti di pausa per Averill che ritorna sul palco con i suoi compagni urlando “We are Primordial, we are from the Republic Of Ireland” prima di partire con il tradizionale inno battagliero Where Greater Men Have Fallen eseguita senza esitazione. Il loro set è il preludio perfetto a quello dei norvegesi Mayhem in tour per festeggiare il ventennale del loro album di debutto, De Mysteriis Dom Sathanas immancabile nelle collezioni dei black metaller più incalliti. Il frontman Attila Csihar e il bassista Necrobutcher trasportano nelle tenebre degli esordi, portando a termine un set indimenticabile, tra le ondate maligne di Funeral Fog e Freezing Moon. Il saluto di Csihar dall’altare maledetto non poteva essere una chiusura migliore. Arrivato il turno degli Autopsy, ci si rende conto di avere di fronte una realtà storica. La formazione californiana chiude il Lords Of The Land con una set list che parte in quarta tra le velocità impossibili di Twisted Mass Of Burnt Decay. I vocalizzi del batterista Chris Reifert sono il punto di forza costante fino alla fine di questa ultima ora di gloria, culminata con la sequenza esplosiva di Gasping For Air e Charred Remains. Il pubblico lascia il Barrowland per continuare a fare baldoria nei vari locali di Glasgow aperti fino all’alba e sono in molti sicuramente a pianificare di ripetere l’esperienza di un festival che ha raggiunto il quasi sold-out e che è decisamente destinato a crescere.
Fabiola Santini (testo e foto)