LADY GAGA | Milano
| Forum Assago | 4 novembre
Non è Madonna ma per certi aspetti Lady Gaga, già ora, è meglio della signora Louise Veronica Ciccone. Intanto quello che è certo è che riempie i palazzetti di mezzo mondo con la stessa facilità con cui il Beep Beep da decenni sfugge al povero Wile Coyote. Una facilità disarmante, insomma.
Anche a Milano, il Re Mida del pop internazionale, non ha fatto prigionieri: esauriti da mesi i biglietti, tribune affollatissime e show che non ha lasciato respiro ai variopinti fans arrivati da ogni angolo d’Italia. Chi aveva pretese e aspettative è stato ben pasciuto, chi sperava in un clamoroso flop artistico ha dovuto attraversare la fredda notte milanese con la coda fra le gambe. C’è poco da fare gli schizzinosi: il pop oggi è questa ragazza di 28 anni che ha come migliore amico (sul palco) il suo set di perizomi e che balla, canta, si dimena ed esalta i “piccoli mostri” del suo largo fan club senza trattarli da semplici portatori di grano, ma arrivando persino a trattarli da pari.
Giocando al gioco dei “paragoni”, verrebbe da dire che se Madonna resta una macchina da guerra dal vivo, forte di spettacoli che hanno pochi eguali nel mondo dello show business, Lady Gaga invece è uno dei pochi nomi internazionali che dal vivo riesce a costruire spettacoli molto familiari, a misura di spettatore, molto umani, al netto delle pecche che il suo show attuale si porta dietro: brutte coreografie, brutti abiti, brutte scenografie.
La Germanotta guadagna milioni di dollari, ma ancora riesce a immedesimarsi nelle fragilità di ragazzi e ragazzine che in lei cercano un porto sicuro. Lei non si risparmia: sprona i suoi fans a non farsi maltrattare dagli stronzi di turno, li esorta a stimolare la creatività che hanno dentro, a guardare al futuro con entusiasmo e voglia di fare piuttosto che commiserarsi. E fa tutto questo con una spontaneità che, almeno a Milano, è arrivata sincera e vera. Insomma, non ha ancora la grandezza di Madonna, ma i suoi spettacoli sono caldi, vivi, umani, plasticosi il giusto e capaci di lasciare delle buonissime sensazioni sia ai fans duri-e-puri, sia ai semplici curiosi, attratti magari più dal personaggio che dalle sue canzoni. Canzoni che – l’inciso è doveroso – dal vivo funzionano benissimo e che mescolano orecchiabilità e dance in parti uguali.
Difficile dire se fra dieci anni il mondo si ricorderà ancora di Lady Gaga – quante hanno puntato al trono di Madonna bruciandosi strada facendo? – però ci sentiamo di dire che il talento c’è e non è costruito a tavolino. Poi che arrivi a diventare leggenda, è un altro paio di maniche, ma oggi, anno 2014, il pop è lei. Di meglio in giro non c’è.
Francesco Casuscelli